Le feste: mettere al centro Dio
Levitico 23,1.4-11.15-16.27.34b-37 | Dio indica le celebrazioni che devono scandire la vita del suo popolo, regolandone il tempo, perché possa comprendere il suo amore che si dispiega nella vita di ogni giorno vivendo così la vocazione che gli ha affidato. Il ritmo con cui viene scandito il tempo da parte di Dio vuole evidenziare che la storia non scorre a caso e che ha una destinazione che è certo per il popolo di Israele ma non solo, anche per quella dei popoli della terra. Dio stesso scandisce i giorni del suo popolo perché viva esso stesso e testimoni agli altri popoli il mistero della salvezza. Il tempo di Dio entra nel tempo dell’uomo per fermentarlo con la sua grazia e, appunto, destinarlo verso la pienezza della salvezza. Il testo del Levitico è il primo abbozzo del tempo liturgico del popolo di Israele. E si stabilisce che la prima festa sia la Pasqua del Signore, che avviene tra marzo e aprile. In essa si offrono al Signore sacrifici consumati dal fuoco. Nella festa…
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Il giubileo
Levitico 25,1.8-17 | Questo brano del libro del Levitico riporta l’istituzione del “giubileo”: ogni cinquanta anni si doveva dare riposo alla terra – «Non seminerai il tuo campo, non poterai la tua vigna. Non mieterai» – e doveva essere ridistribuita ai proprietari la porzione di terra che apparteneva loro. Il suono di un corno (è il significato del termine giubileo) dava inizio a questo straordinario anno che in certo modo rimetteva in ordine ciò che era stato stravolto dall’opera di sfruttamento degli uomini sugli altri uomini. Si mostrava in tal modo che l’uomo non è il padrone assoluto della terra. Con il Giubileo si azzeravano le ingiustizie e le prevaricazioni - sia verso la stessa terra che verso gli altri uomini - che nel frattempo i più forti avevano perpetrato sui più deboli. Veniva ristabilita la radicale uguaglianza tra tutti, quella fraternità universale che promana dalla volontà di Dio per il quale tutti sono suoi figli. La ragione per la…
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XVIII del tempo ordinario
Qo 1,2.2,21-23; Sal 90 (89); Col 3,1-5.9-11; Lc 12,13-21 | Il Vangelo di questa domenica si apre con la domanda di due fratelli che chiedono a Gesù di intervenire per una questione di eredità. In effetti quanti parenti, di fronte ai testamenti, si guardano con ostilità, pronti a prevaricare l’uno sull’altro per accaparrarsi la parte migliore! Gesù rifiuta di intervenire a questo livello. Non è maestro di spartizioni, ma di umanità. Per quei due fratelli il vero problema non è nelle cose, ma nei loro cuori pieni di cupidigia. Rivolgendosi a tutti, Gesù dice: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Gesù non vuole disprezzare i beni della terra; sa bene quanto sono utili. Ma chi poggia la ricerca della felicità solo su di essi investe falsamente.
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Nell’incredulità il popolo di Dio si lamenta
Numeri 11,4b-15 | Questa pagina biblica si apre con il lamento del popolo di Israele che non ha cibo a sufficienza, come non era accaduto nemmeno in Egitto, durante la schiavitù. In quegli anni terribili vi era anzi grande varietà di cibi che il testo enumera: «Ci ricordiamo dei pesci che mangiavamo in Egitto gratuitamente, dei cetrioli, dei cocomeri, dei porri, delle cipolle e dell’aglio» (v. 5). Ora hanno solamente la manna. Ma il fatto di averne solo una porzione al giorno indicava che si dovesse avere fiducia totale in Dio che, appunto, forniva il necessario giorno dopo giorno. Anche Gesù dirà: «Non preoccupatevi dunque dicendo: ‘Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?’ Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno» (Mt 6,31-32). È il rifiuto di accontentarsi dei doni di Dio a indurre gli israeliti a lamentarsi. Il male insinua sempre la convinzione di non avere a sufficienza, di essere…
Nell’incredulità il popolo di Dio si lamenta
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Maria e Aronne contro Mosè
Numeri 12,1-13 | Mosè diventa oggetto di critiche anche da parte di Aronne. Il motivo sembra essere la donna etiope, quindi straniera, che aveva sposato. La tentazione del popolo di Israele era di giudicare tutto a partire dalla propria esperienza, di credere vero solo quello che esso comprende direttamente, riducendo ogni cosa alla propria visione e tradizione. Dio è sempre più largo del nostro cuore. Il Signore non accetta le mormorazioni, piccole o grandi che siano, perché indeboliscono il popolo, approfondiscono le divisioni, gettano il sospetto, allontanano i fratelli ed espongono tutti alla forza del male. Mosè era molto più mansueto di ogni uomo che è sulla terra. È un umile, dice il libro dei Numeri, e questa è la sua forza. Non risponde lui ma lascia che sia Dio a intervenire per difenderlo. Quando non siamo umili, il nostro io ci fa illudere di essere forti e così rispondiamo al male col male, facendo crescere i semi di divisione. Dio a tutti e tre chiede di andare…
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Festa della Trasfigurazione del Signore sul monte Tabor
Dn 7,9-10.13-14; Sal 97(96); 2Pt 1,16-19; Lc 9,28b-36 | La montagna della trasfigurazione, che la tradizione successiva identificherà con il Tabor, si pone come immagine di ogni itinerario spirituale. Possiamo immaginare Gesù che chiama anche noi per condurci con sé sul monte, come fece con i tre discepoli più amici, per vivere con lui l’esperienza della comunione intima con il Padre. Qualche commentatore suggerisce che il racconto narri un’esperienza spirituale che ha coinvolto anzitutto Gesù: una visione celeste che ha prodotto una trasfigurazione in lui. È un’ipotesi che ci permette di cogliere più a fondo la vita spirituale di Gesù. Talora si dimentica che anche lui ha avuto il suo itinerario spirituale, anche per lui ci fu la salita sul monte, come già per Abramo e poi per Mosè, per Elia e per ogni credente. È a dire che anche Gesù sentì il bisogno di “salire” verso il Padre, di incontrarsi con lui, dopo che “era disceso” per abitare in mezzo a noi. È…
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Le acque di Merìba
Numeri 20,1-13 | Siamo di nuovo durante la traversata del deserto in cammino verso la terra promessa. Quel deserto è come la vita di ogni giorno delle donne e degli uomini di fede. Le difficoltà e gli ostacoli non mancano mai. Quel giorno fu la mancanza di acqua, elemento indispensabile (e ben si capisce che cosa significhi camminare nel deserto senza acqua). Qui si dice, a differenza di altri testi, che il «popolo ebbe una lite con Mosè». In verità, la parola ebraica non vuole indicare quello che capita a tutti noi, cioè di litigare con qualcuno. Si tratta di una messa in discussione di un’azione di Dio che si ritiene profondamente ingiusta, quella di aver liberato un popolo per poi lasciarlo morire! È un’accusa grave, frutto di una continua incomprensione da parte di Israele e della incapacità ad affidarsi al Signore e alla sua protezione. Spesso nei momenti difficili della vita si accusa il Signore di essere ingiusto verso di noi, dimenticando i tanti benefici cha…
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L’amore di Dio per il suo popolo è grande
Deuteronomio 4,32-40 | Le parole di Mosè invitano a interrogarsi sulla particolarità e la grandezza di questo amore che Dio ha manifestato concretamente e costantemente al suo popolo. Come Israele, anche noi dobbiamo interrogarci sul perché il Signore ci ha scelti, sul perché del suo amore gratuito. Cosa avevamo noi, poveri uomini e povere donne, da attrarre l’attenzione di Dio? Quali meriti possiamo vantare per essere parte di questo popolo che il Signore ha scelto per comunicare al mondo la salvezza? Egli ci ha chiamati mentre eravamo dispersi, peccatori, lontani e, con il fuoco del suo amore, ci ha radunati per fare di noi il suo popolo. Ci ha scelti e continua a parlarci per educarci a vivere come suoi figli e per inviarci a comunicare al mondo la sua misericordia che salva. Sì, come Dio ha agito verso Israele, così ha operato nei confronti del popolo che noi siamo. Anzi, ci ha resi partecipi della missione universale che ha affidato al suo stesso Figlio. E la Parola di Dio…
L’amore di Dio per il suo popolo è grande
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«Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore»
Deuteronomio 6,4-13 | Il testo riporta la prima redazione dello Shemà, l’antica preghiera che ogni ebreo ancora oggi recita ogni giorno. In questo invito c’è in sintesi l’intera teologia del libro del Deuteronomio. Il credente è chiamato anzitutto ad ascoltare: qui è l’inizio della sua fede e il cuore di tutta la sua vita. Viene poi invitato ad amare: «Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze». L’amore di Dio è il comando principale da cui deriva tutta la Legge. Senza amore anche la Legge, che pure è la compagnia della vita, diventa osta-colo e impaccio. Mosè esorta poi i credenti, mentre sono nel benessere, a non dimenticarsi che è stato Dio a liberarli dalla schiavitù dell’Egitto. Nell’ascolto continuo e fedele il credente riconosce che solo Dio è il suo Signore, colui che lo ama, che lo ha salvato e sul quale può confidare. Nell’abbandono totale al suo unico Signore il popolo trova la sua salvezza.…
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XIX del tempo ordinario
Sap 18,6-9; Sal 33 (32); Eb 11,1-2.8-19; Lc 12,32-48 | «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno». Così si apre il brano evangelico di Luca (12,32) che abbiamo ascoltato. Sono parole che presentano il cuore della predicazione di Gesù, ossia l’imminenza del Regno. L’amministratore posto a capo della casa dopo la partenza del padrone, pensando che quest’ultimo tarderà a tornare, si mette a picchiare i servi e le serve, a bere e a ubriacarsi. Può apparire una scena esagerata. In realtà, descrive una situazione frequente. Quante ingiustizie e cattiverie quotidiane, piccole o grandi, nate da un’arroganza diffusa, rendono la vita difficile a tutti! Il maltrattamento di un’altra persona, oltre a essere un fatto odioso in sé, è sempre una violenza che poi si ritorce anche contro chi lo ha compiuto. E’ un comportamento analogo a quello di inquina l’ambiente. Anche se pensa che non lo riguardi, inquina anche se stesso con l’aria…
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La circoncisione del cuore
Deuteronomio 10,12-22 | Mosè invita il popolo di Israele a rinunciare al culto del vitello d’oro – il peccato descritto nella pagina che precede – e a dirigere il proprio cuore solo al Signore. Egli ha liberato Israele dalla schiavitù del faraone d’Egitto, ha aperto il Mar Rosso per passare all’altra sponda, lo ha protetto e nutrito di manna nel deserto e ora lo accudisce nella terra ove lo ha fatto entrare. E sarà ancora il Signore che gli procurerà cibo e sostegno per il tempo che viene. Mosè interroga Israele: «Ora, Israele, che cosa ti chiede il Signore, tuo Dio, se non che tu tema il Signore, tuo Dio, che tu cammini per tutte le sue vie, che tu lo ami, che tu serva il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore e con tutta l’anima, che tu osservi i comandi del Signore e le sue leggi, che oggi ti do per il tuo bene?». A tale amore però è possibile rispondere solo con un analogo amore. Per questo bisogna «circoncidere il cuore e non indurire la cervice». È…
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La missione di Giosuè
Deuteronomio 31,1-8 | Mosè è davvero l’uomo di Dio. Tutto quello che ha fatto è stato sempre in obbedienza al Signore, che lo ha guidato nella liberazione del suo popolo dalla schiavitù dell’Egitto. Chi ascolta Dio ama anche il suo popolo, perché legare la vita al Signore significa amare e difendere i suoi, coloro che sceglie e in tanti modi ci affida. Mosè per condurre il popolo del Signore sino alla terra promessa ha affrontato la durezza del deserto, la paura dell’esercito egiziano, l’incredulità dei suoi, la loro scelta di fabbricarsi idoli, l’amarezza della nostalgia. Sempre ha continuato a guidare il suo popolo perché non ha mai cessato di ascoltare Dio e di obbedire per primo alla sua legge. È giunto vicino alla terra promessa, ma non vi entra. Il Signore glielo aveva detto. Mosè non si dispera, non pretende qualcosa per sé, non rivendica il ruolo o qualche diritto. Non possiederà quella terra per la quale aveva affrontato tutto il cammino. Gesù, al…
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Morte di Mosè
Deuteronomio 34,1-12 | Dopo che Mosè ha parlato al popolo e ha lasciato il suo ruolo a chi sarebbe venuto dopo di lui, Dio gli mostra tutto il paese che lui aveva cercato e sognato. Non possedere, non toccare, non fare esperienza concreta di tutto, non significa non poter gioire e non trovare quello in cui si è creduto e per cui si è operato! Possedere non sempre significa capire e conservare! Quante delusioni nascono proprio dall’orgoglio che fa credere nostro quello di cui ci impadroniamo, che fa pensare inutile quello che non controlliamo. Mosè salì sul monte Nebo e da lì il Signore gli mostrò tutto il paese. Il Signore sembra volere rassicurare Mosè che la sua speranza e i frutti del suo cammino non sono persi perché non li possederà direttamente. Dio solo sa realizzare quello che l’uomo cerca: il futuro, la discendenza, ciò che andrà oltre il proprio personale limite. Non a caso il Deuteronomio racconta che nonostante gli anni, i suoi occhi non si erano spenti e il…
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Il passaggio del Giordano
Giosuè 3,7-11.13-17 | Il Signore rassicura Giosuè del suo sostegno e della sua compagnia: «Sappiano che, come sono stato con Mosè, così sarò con te». Sì, è sempre il Signore che guida il suo popolo, anche nel cambiamento dei responsabili della comunità dei credenti. Il Signore, e solo lui, è il pastore buono. E a lui si deve conformare chi è chiamato alla responsabilità della guida. Giosuè accoglie il compito che il Signore gli affida e si rivolge autorevolmente al popolo: l’autorità non gli viene dalle sue qualità o dalle sue strategie, ma solo dal fatto che trasmette «gli ordini del Signore». Per questo può assicurare che i nemici saranno scacciati e che il Signore stesso donerà la terra al suo popolo. Con questa fiducia inizia la traversata del fiume Giordano. Al momento del passaggio dell’Arca – come avvenne nel Mar Rosso – le acque si ritirano e si apre un passaggio all’asciutto. L’Arca è portata dai leviti che, essendo consacrati al culto e alle…
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Festa dell’Assunzione di Maria
Ap 11,19a; 12,1-6a.10a-b; Sal 45(44); 1Cor 15,20-27a; Lc 1,39-56 | Nel cuore del mese di agosto la Chiesa di Oriente e quella di Occidente celebrano la festa dell’Assunzione di Maria al cielo. Nella Chiesa d’Oriente si racconta che, mentre si stava avvicinando il giorno della fine terrena di Maria, gli angeli avvertirono gli Apostoli sparsi per le varie parti del mondo, ed essi subito si recarono attorno al letto della madre di Gesù. L’evangelista Luca racconta che «in quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda»: dalla Galilea Maria in fretta si reca verso una cittadina vicino Gerusalemme, per andare a trovare la cugina Elisabetta. Questa festa la fa correre verso la Gerusalemme celeste per incontrare, finalmente, il volto del Padre e il suo Figlio. C’è da dire che mai Maria, sulla terra, non si è mai staccata dal suo Figlio. Con Gesù piccolo Gesù fugge in Egitto, poi lo riporta a Nazaret, quindi a Gerusalemme e per…
Festa dell’Assunzione di Maria
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L’assemblea di Sichem
Giosuè 24,14-29 | Siamo di fronte a una scelta del popolo di Israele al termine di un’altra tappa della sua vicenda, quando finalmente si trova in possesso di quella terra che il Signore aveva promesso ai padri. Si tratta di scegliere se «servire» il Signore o gli altri dèi. La terra in cui è entrato è popolata di altri dèi. La Palestina, come tutto il Vicino Oriente Antico, dalla Mesopotamia all’Egitto, era popolato da genti diverse e ognuna possedeva le sue divinità. «Servire» significa sottomettersi, ascoltare, dipendere da qualcuno. È una parola chiave nella scelta che Israele deve compiere. Non si può rimanere indifferenti o incerti davanti alla Parola di Dio. È necessario scegliere in un mondo in cui spesso si viene scelti dalle opinioni comuni o in cui ognuno preferisce sempre rimandare. Giosuè mette Israele davanti alla storia di liberazione voluta da Dio per lui, che Israele stesso riconosce nella sua risposta, premessa indispensabile di questa scelta:…
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XX del tempo ordinario
Ger 38,4-6.8-10; Sal 40 (39); Eb 12,1-4; Lc 12,49-53 | C’è un’urgenza nella pagina evangelica di questa domenica: annunciare a tutti che il regno di Dio è vicino. Gesù, mosso dalla compassione per le folle «stanche e sfinite, come pecore che non hanno pastore» (Mt 9,36), diceva loro: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». E andava «per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe» per predicare il Vangelo del regno e curare malati. Purtroppo questa urgenza oggi è oscurata – persino soffocata - dalle guerre e dalle ingiustizie ed anche talora frenata dagli stessi discepoli quando si sottraggono all’invito del Signore per seguire le proprie urgenze o le proprie abitudini. È facile rassegnarsi alla violenza del tempo presente. Quante volte sentiamo dire: non si può fare nulla! Il mondo è andato sempre così! Il Signore, al contrario, ci dice: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!». Lasciamoci…
XX del tempo ordinario
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Se cessa l’idolatria, il popolo può riavere la pace
Giudici 2,11-19 | Il libro dei Giudici continua quello di Giosuè. Assieme a numerosi parallelismi manifesta però anche un profondo contrasto: alla prosperità del tempo di Giosuè succedono momenti di disgrazia, di pianto e di colpa causati dal tradimento di Israele con gli dèi cananei. Questo brano offre una sintesi di quel che in tutto il periodo dei Giudici accade al popolo di Israele: al peccato di tradimento del popolo risponde il castigo di Dio che interviene poi con l’invio di un nuovo Giudice. Quando cessa l’idolatria, il popolo può riavere la pace e quando l’idolatria torna, allora la violenza e la morte si impadroniscono nuovamente di Israele. L’idolatria genera sempre morte. Solo il Signore è Dio di vita. Ogni volta, infatti, che gli uomini mettono al posto del Signore il denaro, il potere, il proprio io, il successo, il guadagno, oppure l’etnia, la nazione o qualsiasi altra creatura, cadono nella spirale della violenza che conduce sino alla distruzione. Tutti…
Se cessa l’idolatria, il popolo può riavere la pace
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L’angelo del Signore appare a Gedeone
Giudici 6,11-24a | Alla vicenda di Deborah, profetessa e giudice, segue immediatamente il ciclo di Gedeone, che occupa ben tre capitoli del libro. La storia si apre con la constatazione della schiavitù dei madianiti i quali costringono il popolo a lavorare per loro. Al termine del lavoro, infatti, si vedono requisire tutto il raccolto. Israele però non cessa di pregare il Signore perché sia ancora una volta liberato dalla schiavitù. Il Signore vede la sofferenza del suo popolo, ne ascolta la preghiera e decide di intervenire. Si presenta quindi a Gedeone sotto le sembianze di un angelo che gli parla direttamente. Il Signore si rivela sempre come parola. «Il Signore è con te». La risposta di Gedeone è però al plurale: «Perdona, mio signore: se il Signore è con noi, perché ci è capitato tutto questo?». Comprende che la chiamata non è mai individuale, è per l’intero popolo che lui in quel momento rappresenta. Il Signore risponde scegliendo lo stesso Gedeone e inviandolo…
L’angelo del Signore appare a Gedeone
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Ambizioni personali e idolatria affievoliscono il rapporto con Dio
Giudici 9,6-15 | Questo periodo della storia di Israele è molto confuso. Le ambizioni personali e l’idolatria si erano impadronite del popolo e ne avevano indebolito la forza. Abimèlech, figlio di Ierub-Baal, che si era proclamato re senza essere stato chiamato da Dio, mostrava la perversione a cui si era giunti. Abimèlech uccise i suoi stessi fratelli, non perché avevano tradito Dio, bensì per affermare il suo potere. Iotam, il più piccolo dei figli di Gedeone, che si era salvato dalla strage, si mise a gridare contro Abimèlech. Le sue parole rappresentano la voce profetica che condanna Abimèlech ma anche coloro che lo avevano eletto e annuncia che la punizione sarebbe presto arrivata. L’apologo di Iotam riportato nel testo parla di tre alberi: l’ulivo, il fico e la vite, le tre piante più comuni della regione. La morale dell’apologo è che sarebbe un danno se queste tre piante dai frutti buoni e preziosi diventassero re. Sarebbero del tutto fuori luogo. Si…
Ambizioni personali e idolatria affievoliscono il rapporto con Dio
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Il voto di Iefte
Giudici 11,29-39a | Iefte per vincere sugli Ammoniti fa un voto al Signore: la prima persona che sarebbe uscita dalle porte di casa sua per venirgli incontro l’avrebbe sacrificata come olocausto al Signore. Iefte vince e torna a casa. Ma la prima persona che esce dalla porta di casa per venirgli incontro è la figlia, la sua unica figlia. Iefte si dispera ma resta fedele al suo voto. Certo mostra quanto povera e triste sia la sua visione di Dio. Anche perché la condanna di Dio circa i sacrifici umani è chiara nella Bibbia. Nel Deuteronomio Dio condanna quelli che «facevano per i loro dèi ciò che è abominevole per il Signore e ciò che egli detesta: bruciavano nel fuoco perfino i loro figli e le loro figlie in onore dei loro dèi» (12,31). Gesù è l’ultimo sacrificio, colui che per amore dona se stesso. Dio non vuole sacrifici ma misericordia. Offre perciò se stesso perché tutti si salvino e comprendano quanto grande è la sua misericordia. La vittoria di Gesù non sarà…
Il voto di Iefte
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Rut e Noemi
Rut 1,1.3-6.14b-16.22 | Se il libro dei Giudici è caratterizzato dalla violenza e dalla guerra, anche a motivo della conquista della terra promessa da parte di Israele, il libro di Rut è invece segnato dalla pace e dall’incontro. Il brano si apre con la narrazione del ritorno di Noemi a Betlemme da dove era partita assieme al marito e ai figli per emigrare verso la terra dei Moabiti, uno dei popoli ritenuti oppressori d’Israele proprio al tempo dei Giudici (Gdc 3). Noemi a Moab perde il marito e i due figli. Decide quindi di tornare: certo aveva dei beni ma era sola. Ed è in questo contesto di solitudine che si inserisce, nella vicenda di Noemi, la compagnia di Rut. Quest’ultima era una donna moabita che, pur potendo rimanere tra il suo popolo, sceglie di restare con Noemi e di seguirla quando ella decide di tornare a Betlemme. Non fa così l’altra nuora, che resta legata alla sua terra. Rut, per amore di Noemi, rinuncia alla sua identità moabita, alla cultura e alla…
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Rut e Booz
Rut 2,1-3.8-11; 4,13-17 | In questa trama di amicizia tra Noemi e Rut il Signore realizza il suo piano di salvezza. Potremmo dire che il terreno dei legami per-sonali, quelli dell’amicizia e della solidarietà, rappresenta il luogo privilegiato dell’azione di Dio. Rut, pur essendo donna e straniera, nel campo di Booz si comporta come un lavoratore instancabile, con un’audacia del tutto straordinaria. E non lo fa per caso: in lei c’è una determinazione che sgorga dall’amicizia. Il legame con Noemi è talmente forte da farle prendere l’iniziativa. A Booz, uomo ricco e di prestigio, non sfugge quella donna straniera che si comporta in maniera così straordinaria nel lavoro sulle sue terre. E, se in genere è l’uomo che esce a cercare la donna, o almeno ha intenzione di trovare una sposa, in Rut accade il contrario: è Booz a dirle che i suoi servitori le offriranno da bere, che può bere l’acqua che le daranno. Ed è lui che le dice ciò che ha sentito su di lei, ciò che…
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XXI del tempo ordinario
Is 66,18b-21; Sal 117 (116); Eb 12,5-7.11-13; Lc 13,22-30 | La liturgia di questa domenica si apre con la visione della salvezza: «Io – dice il Signore – verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria» (Is 66,18). Dio, potremmo dire, non nasconde il suo progetto di salvezza, ossia fare una sola famiglia di tutti i popoli della terra. Il Vangelo di Luca fa chiedere a Gesù: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?» (13,23). L’opinione corrente, in verità, si basava sulla convinzione che bastasse appartenere al popolo eletto per partecipare al regno futuro. Questa domanda, invece, sembra suggerire che non basta appartenere al popolo eletto per ottenere la salvezza. Gesù è d’accordo, ma va oltre. Non risponde direttamente all’interlocutore e si rivolge a tutti dicendo: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno». Ecco perciò la questione centrale…
XXI del tempo ordinario
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