Il voto di Iefte
Il voto di Iefte
M Mons. Vincenzo Paglia
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Giudici 11,29-39a | Iefte per vincere sugli Ammoniti fa un voto al Signore: la prima persona che sarebbe uscita dalle porte di casa sua per venirgli incontro l’avrebbe sacrificata come olocausto al Signore. Iefte vince e torna a casa. Ma la prima persona che esce dalla porta di casa per venirgli incontro è la figlia, la sua unica figlia. Iefte si dispera ma resta fedele al suo voto. Certo mostra quanto povera e triste sia la sua visione di Dio. Anche perché la condanna di Dio circa i sacrifici umani è chiara nella Bibbia. Nel Deuteronomio Dio condanna quelli che «facevano per i loro dèi ciò che è abominevole per il Signore e ciò che egli detesta: bruciavano nel fuoco perfino i loro figli e le loro figlie in onore dei loro dèi» (12,31). Gesù è l’ultimo sacrificio, colui che per amore dona se stesso. Dio non vuole sacrifici ma misericordia. Offre perciò se stesso perché tutti si salvino e comprendano quanto grande è la sua misericordia. La vittoria di Gesù non sarà più quella di Iefte, contro qualcuno, ma quella di donare la propria vita per il riscatto di tutti. Israele viveva un periodo di grande difficoltà e pensava di strappare l’attenzione di Dio sacrificando le persone. Spesso quando non abbiamo fede attribuiamo a Dio pensieri che non sono i suoi, come se chiedesse in cambio della sua protezione qualcosa di molto impegnativo per noi. Quante vittime per la poca fede e per una distorta preghiera verso Dio.