La circoncisione del cuore
La circoncisione del cuore
M Mons. Vincenzo Paglia
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Deuteronomio 10,12-22 | Mosè invita il popolo di Israele a rinunciare al culto del vitello d’oro – il peccato descritto nella pagina che precede – e a dirigere il proprio cuore solo al Signore. Egli ha liberato Israele dalla schiavitù del faraone d’Egitto, ha aperto il Mar Rosso per passare all’altra sponda, lo ha protetto e nutrito di manna nel deserto e ora lo accudisce nella terra ove lo ha fatto entrare. E sarà ancora il Signore che gli procurerà cibo e sostegno per il tempo che viene. Mosè interroga Israele: «Ora, Israele, che cosa ti chiede il Signore, tuo Dio, se non che tu tema il Signore, tuo Dio, che tu cammini per tutte le sue vie, che tu lo ami, che tu serva il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore e con tutta l’anima, che tu osservi i comandi del Signore e le sue leggi, che oggi ti do per il tuo bene?». A tale amore però è possibile rispondere solo con un analogo amore. Per questo bisogna «circoncidere il cuore e non indurire la cervice». È necessario cioè tagliare dal cuore l’ostinazione e l’orgoglio che non permettono al Signore di plasmarci con sentimenti nuovi. Se accogliamo la sua opera in noi, se lasciamo che il suo Spirito discenda nei nostri cuori, cammineremo con un amore che non conosce né limiti né confini, che si commuove sui poveri, e che non cessa di prendere esempio dal Signore che «non usa parzialità e non accetta regali, rende giustizia all’orfano e alla vedova, ama il forestiero e gli dà pane e vestito». È l’amore preferenziale per i deboli che appare sin dalla prima pagina della Scrittura, come a sottolineare il suo stesso essere per i poveri. Israele de-ve amare il forestiero, così come gli viene chiesto di amare Dio.