Levitico 23,1.4-11.15-16.27.34b-37 | Dio indica le celebrazioni che devono scandire la vita del suo popolo, regolandone il tempo, perché possa comprendere il suo amore che si dispiega nella vita di ogni giorno vivendo così la vocazione che gli ha affidato. Il ritmo con cui viene scandito il tempo da parte di Dio vuole evidenziare che la storia non scorre a caso e che ha una destinazione che è certo per il popolo di Israele ma non solo, anche per quella dei popoli della terra. Dio stesso scandisce i giorni del suo popolo perché viva esso stesso e testimoni agli altri popoli il mistero della salvezza. Il tempo di Dio entra nel tempo dell’uomo per fermentarlo con la sua grazia e, appunto, destinarlo verso la pienezza della salvezza. Il testo del Levitico è il primo abbozzo del tempo liturgico del popolo di Israele. E si stabilisce che la prima festa sia la Pasqua del Signore, che avviene tra marzo e aprile. In essa si offrono al Signore sacrifici consumati dal fuoco. Nella festa degli azzimi, che avviene all’inizio della mietitura, si offrono al Signore le primizie. Offrire anzitutto a Dio i primi frutti della terra significa riconoscere la sua signoria. Noi non solo non siamo i padroni della terra, ma dobbiamo ricordare di aver ricevuto tutto gratuitamente da Dio. È bene che le primizie siano donate al Signore. Apprendiamo così il senso della gratitudine e della restituzione come una regola della nostra vita sia verso il Signore sia tra di noi. I tempi della festa aiutano l’uomo che scopre la sua libertà di essere pienamente con Dio, di mettere al centro lui per trovare il cuore della propria vita e il proprio cammino.
Le feste: mettere al centro Dio
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