03|25 Unzione di Gesù a Betania
03|25 Unzione di Gesù a Betania
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Gv 12,1-11) - Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

Con la domenica delle Palme siamo entrati nella Settimana Santa. Il Vangelo di Giovanni apre il racconto della Passione con la narrazione della cena a Betania in casa di Marta, Maria e Lazzaro: una famiglia molto cara a Gesù. In quei giorni di dura lotta con i farisei e i sacerdoti, la casa di quegli amici era divenuta per Gesù un luogo di riposo e di distensione. Mancavano ormai sei giorni alla Pasqua – come per noi – e Gesù era di nuovo a cena con loro. C’era anche Lazzaro a cui Gesù aveva da poco ridato la vita. A un certo momento della cena Maria si alza, si avvicina a Gesù, si inginocchia ai suoi piedi cospargendoli con l’unguento e poi li asciuga con i capelli. La casa si riempie di profumo. Il gesto può essere un segno di affettuosa gratitudine per il dono della vita fatto al fratello. È comunque un gesto d’amore che profuma di gratuità. E, in effetti, Maria non calcola affatto l’eventuale “spreco”. Per lei conta l’amore per quel profeta che le aveva ridonato il fratello e che amava la sua casa così teneramente. Non così la pensa Giuda. Per lui quel gesto così pieno di amore è uno spreco inutile. In realtà – e l’evangelista lo nota – disse questo non perché gli interessassero i poveri, ma i soldi, o meglio il proprio tornaconto. L’avidità di possedere per sé lo aveva accecato. Gesù risponde immediatamente a Giuda e dice: «Lasciala fare». Vuole che Maria continui il suo gesto di amore: quell’unguento anticipava l’olio con cui il suo corpo sarebbe stato cosparso prima della sepoltura. E Gesù aggiunse: «I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». In effetti, di lì a poco sarebbe iniziata la sua “Via Crucis”, fino alla morte. Maria, unica tra tutti, aveva compreso che Gesù stava per essere messo a morte e aveva perciò bisogno di un affetto e di una vicinanza particolare come ogni moribondo richiede. Questa donna, che si era lasciata travolgere dall’amore per Gesù, ci insegna come stare accanto a questo straordinario Maestro in questi giorni, e come stare vicino ai deboli e ai malati in tutti i loro giorni, in particolare agli anziani soprattutto quando il loro corpo si indebolisce e ha bisogno di tenere cure, anche di “unguento”. In quel gesto così tenero e pieno di amore, fatto di gesti semplici e concreti, è simboleggiata la via della salvezza: stando accanto ai poveri, ai deboli, agli anziani, siamo accanto a Gesù stesso. È in questo senso che Gesù dice: «I poveri li avrete sempre con voi». Essi potrebbero dirci quanto hanno bisogno dell’unguento dell’amicizia e dell’affetto. Beati noi – e loro – se abbiamo la tenerezza e l’audacia di Maria!