01|15 Vino nuovo in otri nuovi
01|15 Vino nuovo in otri nuovi
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Mc 2,18-22) - In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno. »Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

L’evangelista parla dei discepoli del Battista e dei farisei i quali, come sempre accade a chi si considera giusto, si sentirono autorizzati a rivolgersi a Gesù per chiedergli ragione del perché i suoi discepoli non praticavano il digiuno che, pur non essendo obbligatorio, era considerato segno di particolare elevazione dello spirito. La loro critica, in verità, era diretta più al maestro che ai discepoli. Gesù, con un linguaggio parabolico, risponde che non sono le pratiche esteriori che rendono puro il cuore e limpida la vita degli uomini. È puro chi accoglie il Messia, l’inviato di Dio, come si accoglie lo sposo, quindi con un clima di festa. Gesù, ovviamente, voleva far intendere che lui era lo sposo che era venuto. E quando lo sposo arriva, gli amici non possono mettersi a digiunare. Sarebbe sconveniente verso lo sposo che si aspetta, appunto. Sogno gli amici che fanno festa e che partecipano al banchetto di nozze. Gesù, tuttavia, avverte che verranno anche per gli amici dello sposo i momenti difficili, soprattutto quando lo sposo sarà loro tolto. E allora verrà il tempo del digiuno. Fin da ora Gesù preannuncia, seppure velatamente, la sua passione e la sua morte. È allora che verranno i momenti della sofferenza. Così in effetti è accaduto: dall’inizio del cristianesimo sino ai nostri giorni innumerevoli credenti, uomini e donne, hanno subito la persecuzione per la loro fede e hanno resistito sino all’effusione del sangue. Gesù, poi, con due immagini, chiarisce che il discepolo deve rinnovare tutta la propria vita. Il Vangelo è il vino nuovo che rende nuovi – ossia festosi sino all’eccesso – i cuori di coloro che lo bevono. Il cuore di chi è pieno di sé è come un otre vecchio, incapace di accogliere la novità evangelica. E il panno nuovo di cui parla Gesù è il mantello tessuto dei fili dell’amore che nulla ha a che vedere con la pezza vecchia e logora del proprio egocentrismo.