Vangelo (Mt 5,17-19) - In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».
Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia
Gesù, come appare nel brano evangelico di Matteo, è ben consapevole dell’importanza della Legge. E afferma con chiarezza: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento». L’evangelista, probabilmente in polemica con alcuni cristiani che ponevano in secondo piano la Legge ebraica, riporta l’affermazione di Gesù che non è venuto ad abolire ma a portare a compimento le Scritture, da Abramo a Mosè sino ai Profeti. L’evangelista suggerisce che in ogni pagina della Scrittura, persino in ogni “iota” (è la lettera più piccola – solo un’asta - dell’alfabeto greco), c’è un rimando a Gesù. Tutta la narrazione dell’amore di Dio per il suo popolo – come appare nel Primo Testamento - trova il suo compimento in Gesù. Ecco perché nella tradizione cristiana Gesù diviene la chiave interpretativa delle pagine del Primo Testamento. E’ il senso delle parole che aprono la Lettera agli Ebrei: “Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio” (Eb1,1-2). La storia della salvezza che Dio ha iniziato con Israele trova il suo compimento in Gesù. In tal senso possiamo affermare che il compimento della Legge è l’amore evangelico, quell’amore senza limiti di Dio per noi che ha portato Gesù sino a morire sulla croce per salvarci. Per questo, chi ama adempie la Legge del Signore. La Bibbia va ascoltata in ogni sua pagina, ognuna contiene un momento della storia di questo straordinario amore di Dio per gli uomini. Ogni pagina va meditata e custodita con cura e devozione. L’apostolo Paolo, nella seconda Lettera a Timoteo, scrive: “Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2Tm 3,16-17). E’ anche il senso della “festa della Parola” voluta da Papa Francesco per promuovere una vera devozione per il santo Libro che contiene la Parola di Dio. Alla devozione al “Corpus Domini” si aggiunge quella al “Verbum Domini”. San Francesco esortava i suoi frati a raccogliere sempre i pezzi di carta-pergamena caduti per terra (allora si trattava di codici nei quali era facile che ci fossero le trascrizioni di brani biblici) perché potevano contenere brani del Vangelo. Il discepolo di Gesù, seguendo il suo insegnamento, è chiamato ad accogliere nel proprio cuore ogni parola delle Sante Scritture e portarla a compimento nella vita di ogni giorno.