È un traguardo storico, per una norma che rivede radicalmente tutto l’assetto assistenziale, e non solo, rivolto agli over 65, che in Italia sono 14 milioni.
Lo aspettavamo da 40 anni e riguarda la tanto attesa integrazione fra sociale, sanitario e assistenziale, la realizzazione di un vero continuum assistenziale per la presa in carico delle persone anziane sul territorio ed in particolare presso la loro abitazione. La continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio è certamente l’aspetto più rilevante del provvedimento. Le norme rafforzano anche il diritto di accesso ai servizi di cure palliative, creano finalmente un sistema di governance integrato, introducono accanto alla gestione della disabilità e non autosufficienza la nozione di fragilità e le attività preventive connesse. Si tratta dunque di una legge molto ambiziosa negli obiettivi da raggiungere e che modifica in profondità gli attuali assetti organizzativi.
Proprio per questo, mi auguro che nel passaggio alla Camera, sia possibile ottenere quel consenso unanime per una delega che era stata introdotta in prima battuta dal Governo Draghi e dunque avrebbe dovuto avere un sostegno totale. Avevo sognato che per i 75 anni della Costituzione avremmo potuto esprimere un accordo completo e comune, per una legge che difende i nostri anziani. Ora si dovrà procedere speditamente con tutte le forze politiche, delle Regioni, dei sindacati, del mondo del Terzo settore e del volontariato per implementare le sperimentazioni in grado di esprimere il potenziale della legge. Mi sembra molto bello, molto espressivo di una nuova politica questa partecipazione larga nel segno di una immaginazione alternativa per creare – insieme – il nuovo modello e restituire al Paese e a tutti noi una vecchiaia serena e bene assistita.