Il diritto ad una vita attiva di relazione
Il diritto ad una vita attiva di relazione
M Mons. Vincenzo Paglia
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Il contesto

Monsignor Vincenzo Paglia - Presidente della Commissione


Il diritto ad una vita attiva di relazione

L’incipit della terza sezione è interamente dedicato alla garanzia di una vita di relazione, alla libertà di scelta della forma di convivenza, alla lotta alle discriminazioni ed al sostegno di chi si prende cura degli anziani, affermando che «3.1 La persona anziana ha il diritto di avere una vita di relazione attiva. 3.2 La persona anziana ha diritto di vivere con chi desidera. 3.3 Istituzioni e società hanno il dovere di evitare nei confronti delle persone anziane ogni forma di reclusione, ghettizzazione, isolamento che impedisca loro di interagire liberamente con le persone di tutte le fasce di età presenti nella popolazione. 3.4 È dovere delle istituzioni garantire il sostegno ai nuclei familiari che hanno anziani al proprio interno e che intendono continuare a favorire la vita in convivenza. 3.5 Istituzioni e società hanno il dovere di garantire la continuità affettiva delle persone anziane attraverso visite, contatti e frequentazioni con i propri parenti o con coloro con cui si hanno relazioni affettive».

Si intrecciano qui tre temi di estremo rilievo: la consapevolezza che l’anziano nella sua fragilità dipende ancor più dalle relazioni e dall’affetto, da una rete di contatti quotidiani che lo circonda e lo sostiene, la lotta ad ogni forma di emarginazione e di esclusione, il sostegno a chi lo sostiene. Troppo spesso abbiamo dimenticato la vera e propria pandemia della solitudine e dell’isolamento sociale che ha preceduto quella da COVID 19 e che con il virus è letteralmente esplosa nelle residenze. Il diritto a non restare soli (e il dovere di non lasciare soli) coincide nell’anziano e nel fragile con il diritto alla salute e persino alla vita. La letteratura scientifica è ricca di studi che dimostrano la forte associazione tra solitudine e malattie cardiovascolari, perdita della autonomia, demenza, depressione e molti altri disturbi negli over 65. Per questo è ancora più grave il fatto che molti siano lasciati soli in una incuria sociale che diviene presto e inesorabilmente domanda sanitaria. Spesso sono lasciati soli anche i familiari e i caregiver, quei numerosi e preziosi sostegni che però devono portare avanti il resto della famiglia, lavorare e provvedere alle necessità dei propri cari senza aiuto.