La morte confortata – la cui prima edizione risale al 1982 – affronta il tema della pena di morte partendo dal ruolo che, tra XVI e XVIII secolo, ricoprì a Roma la Confraternita di San Giovanni Decollato nella gestione delle esecuzioni delle condanne. Questa seconda edizione riporta in aggiunta l’intero testo di Pompeo Serni, Trattato utilissimo per confortare i condannati a morte per via di giustizia, il quale offriva ai “confortatori” – ossia a coloro che dovevano stare accanto ai carcerati dal momento della sentenza esecutiva fino all’esecuzione – un bagaglio di temi biblici, spirituali e psicologici utili a guidare i condannati verso la conversione e comunque ad accettare l’inevitabile esecuzione. Attraverso una ricca documentazione d’archivio, l’autore indaga su un tema poco studiato, la storia della pena di morte, che apre importanti squarci sulla cultura, la religiosità, la mentalità della società d’epoca moderna nella sua costante tensione tra “giustizia” e “misericordia”. Ma soprattutto rappresenta un utile momento di riflessione generale sulla morte, occultata da una società – quella moderna e contemporanea – che l’ha come “esculturata” dal suo orizzonte. L’autore, che ha pubblicato nel frattempo altri due volumi sul tema, Sorella morte, la dignità del vivere e del morire (Milano 2016), e Vivere per sempre, l’esistenza, il tempo e l’Oltre (Milano 2018), ritiene indispensabile tornare a riflettere sulla morte per ricomprenderla nell’orizzonte dell’esistenza umana. E quanto è stato vissuto in passato ne è parte decisiva.
Storia e Letteratura, 2020