Il destino del popolo eletto
Il destino del popolo eletto
M Mons. Vincenzo Paglia
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Romani 11,29-36 | Paolo continua ad interrogarsi sul ruolo di Israele nel disegno salvifico di Dio. Come scrive alla comunità di Roma, c’è una «profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio» che si deve sempre imparare a cogliere. Troppe volte anche noi rimaniamo sulla superficie del messaggio che le Scritture comunicano. E per comprendere questa profondità bisogna sempre partire da sé, e l’apostolo ricorda come c’è sempre una disobbedienza davanti alla Parola di Dio che unisce tutti gli uomini, ebrei e pagani. Ogni uomo e ogni donna in realtà ne fa esperienza, e proprio sperimentando questa lontananza dalla sua Parola, siamo richiamati a provare il bisogno della misericordia di Dio che prevale su ogni forma di disobbedienza o distanza. Essere rinchiusi “tutti nella disobbedienza”, è l’occasione di cambiare in profondità: come c’è una comune prigionia del peccato, c’è un comune destino di liberazione. Siamo tutti peccatori bisognosi della misericordia di Dio. Solo così, riconoscendo la comune natura della nostra umana fragilità, sperimentiamo che Dio ama il suo popolo oltre ogni disobbedienza e attraverso il suo amore mostra che i suoi doni e la sua chiamata sono “irrevocabili”. Questa parola dell’apostolo, non è allora rivolta solo al popolo ebraico, ma ad ogni credente chiamato ad affidarsi totalmente all’amore di Dio e al suo disegno di salvezza per tutti i popoli.