Raccomandazioni alla comunità
Raccomandazioni alla comunità
M Mons. Vincenzo Paglia
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Romani 16,3-9.16.22-27 | quella comunione concreta che Paolo ha evidenziato nell’ultima parte della lettera. Il lungo elenco di nomi sta a significare l’alto numero di amici che l’apostolo aveva. Pur non essendo mai stato a Roma, conosce molti membri di quella comunità. Sappiamo che aveva incontrato Aquila e Priscilla a Corinto, a seguito dell’editto di Claudio (che decretò l’espulsione da Roma degli ebrei o di parte di essi), evidentemente non più in vigore al tempo della scrittura della lettera. Non sappiamo in quali circostanze l’apostolo abbia conosciuto le altre persone, ma la loro men-zione gli serve per farsi ulteriormente benvolere presso una comunità non fondata da lui, ma alla quale mostra di essere legato da particolari vincoli di comunione. In effetti, emergono qui l’importanza della fraternità nella vita della Chiesa e la varietà dei modi con cui si intrecciano le amicizie. La storia della fraternità cristiana non è mai una storia di masse anonime. Nella Chiesa la comunione è sempre radicata nell’incontro personale tra i discepoli, nelle relazioni tra persona e persona. Ciascuno ha un nome e una storia e tutti sono amati e curati personalmente.