Disappunto di Giona e risposta di Dio
Disappunto di Giona e risposta di Dio
M Mons. Vincenzo Paglia
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Giona 4,1-11 | Dopo la conversione dei niniviti, resa possibile dalla predicazione di Giona, l’autore sacro si ferma a considerare le reazioni del profeta. Giona, deluso dal comportamento del Signore che non ha messo in opera la minaccia della distruzione della città, prova dispiacere. Ma Dio, attraverso la parabola di una pianticella di ricino, richiama anche Giona alla conversione, ossia a riconoscere e a incontrare il volto misericordioso di Dio. Giona non avrebbe voluto che il Signore cambiasse idea su Ninive. Ed ecco il paradosso del testo che abbiamo letto: mentre Dio si pente del male che aveva minacciato di fare a Ninive, Giona invece se ne dispiace e si intristisce. Troppo misericordioso e benevolo questo Dio! Sono sempre troppi coloro che preferirebbero, come Giona, un Dio che punisce i malvagi e che benedice i giusti. È il Dio che tante volte ci costruiamo anche noi; ovviamente un Dio fatto a nostra immagine e somiglianza. È difficile, per uomini abituati a considerarsi buoni e giusti, accettare la compassione e la misericordia di Dio soprattutto verso chi fa il male. Era lo stesso problema di coloro che ascoltava-no Gesù quando parlava dell’amore per i nemici, di quel Dio che «fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti» (Mt 5,45). Il primo modo per amare è essere profeti, non rifiutare a nessuno la Parola di Dio, rivolgersi a tutti, perché la sua misericordia giunga a tutti e cambi in bene il male.