Ringraziamento al Signore
Ringraziamento al Signore
M Mons. Vincenzo Paglia
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Colossesi 1,1-8 | Paolo scrive la Lettera ai Colossesi mentre lui è prigioniero e ringrazia Dio “continuamente” per la fede dei cristiani di Colossi. Ha sentito parlare della vitalità della comunità e ne sintetizza la vita attorno ai tre pilastri che la sostengono: la fede, la carità e la speranza. Il primo è la «fede in Cristo Gesù», ossia l’accoglienza di Gesù come il vero bene e l’unico Signore e salvatore. Il secondo è la carità, ossia l’amore che il discepolo riceve da Cristo e che lo spinge a considerare gli altri come fratelli, come membri dell’unica famiglia di Dio, eliminando così ogni confine all’amore evangelico perché sia fermento di unità nel mondo intero. Il terzo è la speranza che, per l’apostolo, è il termine finale dell’unità di tutti. Tale meta finale, già presente nel risorto, è ciò che sostiene la fede e che spinge a mantenere vivo l’amore fraterno. Il credente, che mediante il battesimo viene immerso nel mistero di Cristo morto e risorto, vive già «con Cristo». Si trova quindi fin d’ora dove è il Risorto, anche se de-ve ancora attendere la sua manifestazione piena. Ma come il seme contiene già tutto il suo futuro e attende la sua piena realizzazione, così è per il cristiano che riceve il battesimo. Paolo, citando nel ringraziamento iniziale i tre pilastri che sostanziano la vita cristiana, lascia apparire la sua preoccupazione per una comunità che rischia di lasciarsi inquinare da false sicurezze. Con la lettera vuole richiamarli all’essenziale della fede, ossia al rapporto personale con Cristo e alla comunione fraterna. Paolo e Timoteo hanno appreso da Epafra, iniziatore della comunità di Colossi, che l’opera dello Spirito Santo (è l’unica volta che viene menzionato nella lettera) è viva nel cuore di ciascuno. È davvero una comunità in buona salute, ossia una Chiesa che continua ad ascoltare il Van-gelo e a metterlo in pratica. In tal senso, il legame che essi hanno con Epafra li unisce anche a Paolo e a Timoteo, realizzando così quella fraternità ecclesiale che è la forza che cambia il mondo.

Memoria di san Gregorio Magno (†604), papa e dottore della Chiesa.