Preghiera per la comunità
Preghiera per la comunità
M Mons. Vincenzo Paglia
00:00
00:00

Colossesi 1,9-14 | Paolo non ha fondato e non conosce personalmente la Chiesa di Colossi, ma l’amore che ha per loro lo spinge a pregare senza interruzione: «Non cessiamo di pregare» scrive loro. La preghiera per i fratelli manifesta la profondità del legame che unisce i discepoli di Gesù anche se sono lontani nello spazio. Paolo specifica anche l’intenzione della preghiera: perché «abbiate piena conoscenza della sua volontà, con ogni sapienza e intelligenza spirituale». L’apostolo sa bene che non si può vivere la fede senza ascoltare la Parola di Dio ogni giorno. Solo così si ha la «sapienza» e l’«intelligenza spirituale» che permettono di conoscere quale sia la volontà di Dio. La conoscenza del Vangelo non è una somma di teorie, ma l’accoglienza nel proprio cuore del disegno di amore che Dio ha per noi e per il mondo. È questa la conoscenza spirituale da conquistare. E la si ottiene accogliendo lo Spirito che, attraverso le Sante Scritture, rivela la volontà di Dio sul mondo. Da questa conoscenza spirituale sgorga per il credente la forza per comportarsi in maniera degna del Signore. La vita del credente non è il frutto di uno sforzo volontaristico; è la conseguenza, anche faticosa, dell’impegno ad amare il Signore e a «piacergli». Sì, la vita cristiana consiste nel «piacere» a Dio «in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio». Da questa conoscenza di Dio, che è comunione di amore, nascono i frutti in opere buone. Senza alcun nostro merito, noi tutti, che eravamo lontani, facciamo ora parte della moltitudine dei santi che, da Abele fino alla fine della storia, compone l’umanità redenta. È un popolo grande non più sottomesso al potere tirannico del male e libero dalla paura di essere preda di invisibili potenze cosmiche. Noi abbiamo ottenuto già la redenzione da ogni schiavitù: siamo cittadini del regno del Figlio ove l’unica legge è quella dell’amore, del dono di sé agli altri.