Il giubileo
Il giubileo
M Mons. Vincenzo Paglia
00:00
00:00

Levitico 25,1.8-17 | Questo brano del libro del Levitico riporta l’istituzione del “giubileo”: ogni cinquanta anni si doveva dare riposo alla terra – «Non seminerai il tuo campo, non poterai la tua vigna. Non mieterai» – e doveva essere ridistribuita ai proprietari la porzione di terra che apparteneva loro. Il suono di un corno (è il significato del termine giubileo) dava inizio a questo straordinario anno che in certo modo rimetteva in ordine ciò che era stato stravolto dall’opera di sfruttamento degli uomini sugli altri uomini. Si mostrava in tal modo che l’uomo non è il padrone assoluto della terra. Con il Giubileo si azzeravano le ingiustizie e le prevaricazioni - sia verso la stessa terra che verso gli altri uomini - che nel frattempo i più forti avevano perpetrato sui più deboli. Veniva ristabilita la radicale uguaglianza tra tutti, quella fraternità universale che promana dalla volontà di Dio per il quale tutti sono suoi figli. La ragione per la celebrazione di un tale anno si collegava alla memoria della liberazione dalla schiavitù dell’Egitto e dell’ingresso nella terra promessa. La terra era un dono di Dio non una conquista del popolo e tanto meno di qualche singolo gruppo o individuo. In ogni cinquantesimo anno, attraverso le indicazioni stabilite in questa pagina del Levitico, gli israeliti dovevano riscoprire il primato di Dio e la fraternità tra tutti loro. Non sappiamo quanto e fin dove tali disposizioni siano state messe in pratica dal popolo di Israele, ma erano un aiuto per ricordare la sovranità del Signore su tutto e su tutti. Potremmo dire che hanno trovato il loro compimento quando Gesù, nella sua prima predica a Nazareth, dopo aver letto la pagina di Isaia ove si annuncia l’indizione di un anno di grazia, disse: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato» (Lc 4,21).