L’angelo del Signore appare a Gedeone
L’angelo del Signore appare a Gedeone
M Mons. Vincenzo Paglia
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Giudici 6,11-24a | Alla vicenda di Deborah, profetessa e giudice, segue immediatamente il ciclo di Gedeone, che occupa ben tre capitoli del libro. La storia si apre con la constatazione della schiavitù dei madianiti i quali costringono il popolo a lavorare per loro. Al termine del lavoro, infatti, si vedono requisire tutto il raccolto. Israele però non cessa di pregare il Signore perché sia ancora una volta liberato dalla schiavitù. Il Signore vede la sofferenza del suo popolo, ne ascolta la preghiera e decide di intervenire. Si presenta quindi a Gedeone sotto le sembianze di un angelo che gli parla direttamente. Il Signore si rivela sempre come parola. «Il Signore è con te». La risposta di Gedeone è però al plurale: «Perdona, mio signore: se il Signore è con noi, perché ci è capitato tutto questo?». Comprende che la chiamata non è mai individuale, è per l’intero popolo che lui in quel momento rappresenta. Il Signore risponde scegliendo lo stesso Gedeone e inviandolo perché vinca il male di cui si lamenta: «Va’ con questa tua forza e salva Israele dalla mano di Madian». La forza di Gedeone sta nel Signore stesso: «Io sarò con te e tu sconfiggerai i Madianiti». Gedeone inizia ad accogliere queste parole. Vuole però continuare ancora il dialogo con Dio per essere certo che sia proprio lui a parlargli. Potremmo dire che vuole “vedere” Dio con i propri occhi. E lo “vede” nel contesto dell’ospitalità. Gedeone, come in un gesto liturgico, offre all’ospite il cibo, ma è lo stesso ospite che lo tocca e lo rende santo. E a quel punto l’angelo del Signore scompare dai suoi occhi. Sembra un’anticipazione dell’incontro di Emmaus. Sin dai primi passi della storia della salvezza l’ospitalità e l’accoglienza appaiono come il luogo dell’incontro con Dio. Gesù stesso dirà: «Avevo fame… ero forestiero e mi avete ospitato» (Mt 25,31-46).