Rut e Booz
Rut e Booz
M Mons. Vincenzo Paglia
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Rut 2,1-3.8-11; 4,13-17 | In questa trama di amicizia tra Noemi e Rut il Signore realizza il suo piano di salvezza. Potremmo dire che il terreno dei legami per-sonali, quelli dell’amicizia e della solidarietà, rappresenta il luogo privilegiato dell’azione di Dio. Rut, pur essendo donna e straniera, nel campo di Booz si comporta come un lavoratore instancabile, con un’audacia del tutto straordinaria. E non lo fa per caso: in lei c’è una determinazione che sgorga dall’amicizia. Il legame con Noemi è talmente forte da farle prendere l’iniziativa. A Booz, uomo ricco e di prestigio, non sfugge quella donna straniera che si comporta in maniera così straordinaria nel lavoro sulle sue terre. E, se in genere è l’uomo che esce a cercare la donna, o almeno ha intenzione di trovare una sposa, in Rut accade il contrario: è Booz a dirle che i suoi servitori le offriranno da bere, che può bere l’acqua che le daranno. Ed è lui che le dice ciò che ha sentito su di lei, ciò che lei ha fatto per Noemi. Booz la tratta fin dall’inizio in maniera diversa: chiede ai servi di rispettarla e lui la tratta come se fosse già sua moglie. E, dopo che è stata invitata a fermarsi, Rut si sorprende a sua volta dell’interesse di Booz ma soprattutto del suo discorso. Booz le dice: «Come hai abbandonato tuo padre, tua madre e la tua patria…», riecheggiando le parole della vocazione di Abramo: «Lascerà suo padre e sua madre…» (Gen 2,24). Rut torna quindi a casa di Noemi, e qui l’anziana comincia a leggere la sua storia di amicizia come una benedizione non solo per lei ma per il futuro dello stesso Israele.