Israele si mette in cammino
Israele si mette in cammino
M Mons. Vincenzo Paglia
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Esodo 12,37-42 | Il popolo si mette in cammino. Non c’è Pasqua senza un movimento di uscita. Non c’è una vita nuova e una terra futura senza affrontare il cammino, a volte impervio, difficile, che mette alla prova, ma che conduce fino alla terra promessa. Anche Gesù manderà i suoi discepoli fino agli estremi confini della terra, perché i cristiani portino a tutti i popoli il Vangelo dell’amore. E c’è fretta di farlo. Soprattutto in questo tempo in cui la globalizzazione ha avvicinato i popoli attraverso il mercato ma non attraverso la fraternità. Non possiamo rimandare l’annuncio della “Buona notizia” che salva. Dio mette fretta, perché sa che la complicità con il male non è innocua. Dio ha fretta che il suo popolo ascolti il grido di tutti i popoli della terra, soprattutto di quell’immenso popolo di poveri e di scartati che traversa l’intero pianeta. Gli uomini pensano spesso, invece, che la sofferenza dei poveri e dei prigionieri possa sempre aspettare! Questa pagina mostra con estrema chiarezza che non ci si salva da soli. Purtroppo anche nel cristianesimo è entrato quel virus dell’individualismo che disgrega il senso di essere parte di un unico popolo. Anche la libertà è spesso ridotta alla cura del proprio recinto. In questo modo diventiamo schiavi di quel faraone che è nascosto nel cuore di ognuno di noi. Occorre vegliare, pregare, ascoltare la Parola di Dio. E farlo anche assieme. La creazione tutta attende la “pasqua”, il passaggio dalla morte alla vita. Lasciamoci condurre dalla Parola di Dio e mettiamoci in cammino alla sua luce. Essa indica il cammino da percorrere.