Il ministero della riconciliazione
Il ministero della riconciliazione
M Mons. Vincenzo Paglia
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2 Corinzi 5,14-21 | Paolo torna a spiegare il senso del suo ministero apostolico perché i corinzi sappiano rispondere a coloro che si presentavano pieni di sé, vantando le loro esperienze religiose e la loro sapienza. Scrive l’apostolo: «Se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove» (v. 17). E le cose nuove sono quelle di Dio, quelle dell’amore senza confini, quelle che portano riconciliazione, non divisione, amore, non odio. L’opera di Gesù è tutta tesa a riconciliarci con Dio e tra noi. Se restiamo uniti a Gesù, veniamo riconciliati con Dio e saremo riconciliati anche tra noi. L’apostolo si è fatto ministro della riconciliazione, ambasciatore di Cristo, per riconciliare tutti al Padre. Ancora oggi, l’apostolo continua a esortare ancora noi: «Lasciatevi riconciliare con Dio!». In un mondo lacerato dalle divisioni, divorato dal male e tanto avaro nel perdonare c’è bisogno che i credenti manifestino misericordia, pietà, riconciliazione. Gesù è venuto per creare un movimento di riconciliazione con il Padre del cielo perché su questa strada sa bene che possiamo riconciliarci anche tra noi. È un movimento da vivere in molteplici modi, a partire dalla confessione dei propri peccati, dall’incontro e dal dialogo tra tutti, anche con i nemici.