Pietro giustifica la sua missione ai pagani
Pietro giustifica la sua missione ai pagani
M Mons. Vincenzo Paglia
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Atti 11,1-18 | L’episodio di Pietro in casa di Cornelio e della sua famiglia aveva scandalizzato i cristiani di Gerusalemme, tanto che appena Pietro torna in città, «i fedeli circoncisi lo rimproveravano dicendo: “Sei entrato in casa di uomini non circoncisi e hai mangiato insieme con loro!”». Tornano in mente le accuse che i farisei rivolgevano a Gesù perché andava nelle case dei peccatori e mangiava con loro. Accade la stessa cosa, seppure su piani diversi, anche oggi quando tra cristiani, o tra comunità, si alzano barriere di ordine etnico, tribale, nazionale o anche culturale. Oppure quando si cede a una mentalità che non conosce la misericordia, magari affermando di difendere la verità, come se possa esserci contrasto tra le due. Gesù è venuto ad abbattere ogni divisione e separazione, ogni chiusura e ogni formalismo legalista. Pietro parla alla comunità di Gerusalemme e racconta che quanto aveva fatto veniva direttamente dall’ispirazione di Dio. È infatti lo Spirito Santo, non certo le regole o le consuetudini, che regolano la vita della Chiesa. Non dobbiamo dimenticare quel che Gesù disse agli apostoli prima di lasciarli: «Il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto» (Gv 14,25). Quei credenti di Gerusalemme, dopo aver ascoltato Pietro, «si calmarono e cominciarono a glorificare Dio dicendo: “Dunque anche ai pagani Dio ha concesso che si convertano perché abbiano la vita!”». Una frontiera era stata superata: davanti agli apostoli si apriva ora il mondo intero.