Guarigione di un uomo paralizzato
Guarigione di un uomo paralizzato
M Mons. Vincenzo Paglia
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Atti 14,5-18 | Paolo e Barnaba avevano lasciato la città di Iconio per sfuggire all’ostilità della popolazione che voleva lapidarli. Essi trovarono rifugio a Listra, un grosso borgo dove gli abitanti erano tutti pagani. Ma Paolo e Barnaba non rinunciano ad annunciare il Vangelo. Ad ascoltare la loro predicazione c’è anche uno storpio fin dalla nascita. Paolo, seguendo l’esempio di Gesù, guarda negli occhi quell’uomo e legge nel profondo del suo cuore una domanda semplice ma decisiva: il desiderio di camminare. Subito l’apostolo interrompe la predicazione, o meglio la rende efficace. Dice a quell’uomo: «Alzati, ritto in piedi!». Queste parole rivolte con la decisione dell’amore a quell’uomo indebolito entrano nelle sue fibre e lo fanno rizzare in piedi. Lo storpio – nota Luca – «balzò in piedi e si mise a camminare». La predicazione del Vangelo fa risorgere gli uomini dalla loro paralisi, rinvigorisce le gambe rattrappite dall’amore per se stessi e ridona la dignità di stare «in piedi» e di non essere più schiavi dei numerosi spiriti cattivi di questo mondo. La stessa cosa aveva compiuto Pietro con lo storpio seduto a chiedere l’elemosina alla porta detta «Bella» del tempio. Ma è anche quel che possono compiere i discepoli di ogni tempo che confidano nella forza della parola del Signore. Gregorio Magno amava dire: «Che cos’è la radice del giusto, se non la predicazione? È da essa che egli nasce ed è in essa che trova il suo sostegno».