Il tempio, sorgente di vera vita
Il tempio, sorgente di vera vita
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura Ez 47,1-9.12 | Mi condusse poi all'ingresso del tempio e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente. Quell'acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell'altare. Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all'esterno, fino alla porta esterna rivolta a oriente, e vidi che l'acqua scaturiva dal lato destro. Quell'uomo avanzò verso oriente e con una cordicella in mano misurò mille cubiti, poi mi fece attraversare quell'acqua: mi giungeva alla caviglia. Misurò altri mille cubiti, poi mi fece attraversare quell'acqua: mi giungeva al ginocchio. Misurò altri mille cubiti, poi mi fece attraversare l'acqua: mi giungeva ai fianchi. Ne misurò altri mille: era un torrente che non potevo attraversare, perché le acque erano cresciute; erano acque navigabili, un torrente che non si poteva passare a guado. Allora egli mi disse: "Hai visto, figlio dell'uomo?". Poi mi fece ritornare sulla sponda del torrente; voltandomi, vidi che sulla sponda del torrente vi era una grandissima quantità di alberi da una parte e dall'altra. Mi disse: "Queste acque scorrono verso la regione orientale, scendono nell'Araba ed entrano nel mare: sfociate nel mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il torrente, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché dove giungono quelle acque, risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà. Lungo il torrente, su una riva e sull'altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui foglie non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Ezechiele 47,1-9.12 | Attraverso questa visione del profeta Ezechiele la Parola di Dio ci mostra la destinazione verso la quale andiamo, il sogno che il Signore ha per noi. Davanti ai nostri occhi appaiono Gerusalemme e il tempio. La visione è suggestiva: c’è l’acqua che sgorga abbondante dal tempio e scorre per vivificare ciò che incontra. L’immagine allude all’inaugurazione dei tempi nuovi in cui la prosperità del popolo nuovo sarà intimamente collegata con l’unica sorgente della vera vita. Nel linguaggio biblico, l’acqua che scorre e che irriga la terra arida trasformandola in un giardino rigoglioso è il simbolo della potenza di Dio che trasforma l’aridità dei cuori degli uomini rendendoli non solo capaci di accogliere il sogno stesso di Dio ma di divenirne attivi servitori. Nel Vangelo di Giovanni è Gesù stesso che si mostra come il vero tempio da cui zampilla l’acqua viva dello Spirito: «Gesù, ritto in piedi, gridò: “Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura: dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva”» (Gv 7,38). E ancora, mentre era sulla croce, l’evangelista nota: «Uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua» (Gv 19,34). Mentre ci avviamo verso la Pasqua, questa pagina del profeta ci esorta a non allontanarci, soprattutto in questi giorni, dalla fonte della Parola di Dio per poter comprendere e accogliere con maggiore prontezza nei nostri cuori il mistero d’amore che celebreremo nella Settimana Santa. Un fiume d’acqua viva sarà riversato in questi giorni per noi e per il mondo.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 45(46)

R. Dio è per noi rifugio e fortezza.
oppure:
R. Con la tua presenza salvaci, Signore.

Dio è per noi rifugio e fortezza,
aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce.
Perciò non temiamo se trema la terra,
se vacillano i monti nel fondo del mare. R.

Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio,
la più santa delle dimore dell’Altissimo.
Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare.
Dio la soccorre allo spuntare dell’alba. R.

Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.
Venite, vedete le opere del Signore,
egli ha fatto cose tremende sulla terra. R.


Vangelo Gv 5,1-16 |

Dopo questi fatti, ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: "Vuoi guarire?". Gli rispose il malato: "Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me". Gesù gli disse: "Àlzati, prendi la tua barella e cammina". E all'istante quell'uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all'uomo che era stato guarito: "È sabato e non ti è lecito portare la tua barella". Ma egli rispose loro: "Colui che mi ha guarito mi ha detto: "Prendi la tua barella e cammina"". Gli domandarono allora: "Chi è l'uomo che ti ha detto: "Prendi e cammina"?". Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: "Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio". Quell'uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.