Lettura Is 49,8-15 | Così dice il Signore: "Al tempo della benevolenza ti ho risposto, nel giorno della salvezza ti ho aiutato. Ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo, per far risorgere la terra, per farti rioccupare l'eredità devastata, per dire ai prigionieri: 'Uscite', e a quelli che sono nelle tenebre: 'Venite fuori'. Essi pascoleranno lungo tutte le strade, e su ogni altura troveranno pascoli. Non avranno né fame né sete e non li colpirà né l'arsura né il sole, perché colui che ha misericordia di loro li guiderà, li condurrà alle sorgenti d'acqua. Io trasformerò i miei monti in strade e le mie vie saranno elevate. Ecco, questi vengono da lontano, ed ecco, quelli vengono da settentrione e da occidente e altri dalla regione di Sinìm". Giubilate, o cieli, rallégrati, o terra, gridate di gioia, o monti, perché il Signore consola il suo popolo e ha misericordia dei suoi poveri. Sion ha detto: "Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato". Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai.
Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia
Isaia 49,8-15 | Il libro di Isaia descrive, subito dopo il secondo canto del servo di Dio (Is 49,1-6), il ritorno di Israele in patria e la ricostruzione di Gerusalemme. È un annuncio di gioia e di speranza che coinvolge l’intera creazione. Tutta l’umanità, i cieli, la terra e i monti sono invitati a esultare insieme perché il Signore non si è stancato del suo popolo, non lo ha abbandonato anche se si è allontanato da lui. Il suo amore è saldo, perenne e forte. Ed è il Signore stesso che si avvicina nuovamente e gli ricorda: «Al tempo della benevolenza ti ho risposto» (v. 8). Possiamo dire che il «tempo della benevolenza» è l’intera storia di Israele. Ed anche la nostra. Dopo un periodo di purificazione e di esilio, il Signore è disposto a far «risorgere il paese», a radunare di nuovo i figli dispersi di Israele. Si avvicina al suo popolo non come un giudice maestoso e implacabile, ma come «colui che ha pietà»; come una madre tenera che si prende cura dei suoi figli e si commuove per loro. È un amore così alto e straordinario da essere paragonato all’amore materno: «Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai» (v. 15). Come non commuoversi di fronte a un Dio così pronto a mischiarsi con la nostra storia anche di peccato? E, se non bastasse, ha voluto ancora andare oltre con l’incarnazione del suo stesso Figlio. E l’apostolo Paolo giunge a scrivere: «Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi» (Rm 5,7-8). E lo contempleremo tra non molto, mentre va a morire per noi sulla croce.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 144 (145)
R. Misericordioso e pietoso è il Signore.
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature. R.
Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto. R.
Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità. R.
Vangelo Gv 5,17-30 | Ma Gesù disse loro: "Il Padre mio agisce anche ora e anch'io agisco". Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. Gesù riprese a parlare e disse loro: "In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l'ora - ed è questa - in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l'avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell'uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.