Delle nazioni sarà fatto un solo popolo
Delle nazioni sarà fatto un solo popolo
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura Ez 37,21-28 | E di' loro: Così dice il Signore Dio: Ecco, io prenderò i figli d'Israele dalle nazioni fra le quali sono andati e li radunerò da ogni parte e li ricondurrò nella loro terra: farò di loro un solo popolo nella mia terra, sui monti d'Israele; un solo re regnerà su tutti loro e non saranno più due popoli, né saranno più divisi in due regni. Non si contamineranno più con i loro idoli, con i loro abomini e con tutte le loro iniquità; li libererò da tutte le ribellioni con cui hanno peccato, li purificherò e saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio. Il mio servo Davide regnerà su di loro e vi sarà un unico pastore per tutti; seguiranno le mie norme, osserveranno le mie leggi e le metteranno in pratica. Abiteranno nella terra che ho dato al mio servo Giacobbe. In quella terra su cui abitarono i loro padri, abiteranno essi, i loro figli e i figli dei loro figli, per sempre; il mio servo Davide sarà loro re per sempre. Farò con loro un'alleanza di pace; sarà un'alleanza eterna con loro. Li stabilirò e li moltiplicherò e porrò il mio santuario in mezzo a loro per sempre. In mezzo a loro sarà la mia dimora: io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Le nazioni sapranno che io sono il Signore che santifico Israele, quando il mio santuario sarà in mezzo a loro per sempre.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Ezechiele 37,21-28 | Siamo alla soglia della Settimana Santa e la liturgia ci fa ascoltare nella prima lettura della Messa questo brano del profeta Ezechiele. Con esso il profeta vuole riaccendere il sogno della libertà nel popolo di Israele annunciando la liberazione vicina. Ezechiele, come sappiamo, svolge la sua missione a Babilonia tra gli ebrei in esilio. E decide di descrivere agli israeliti la visione di quel che avverrà nel futuro per merito del Signore. Il profeta ha appena narrato la straordinaria visione delle ossa aride che per opera dello Spirito si riconnettono e riprendono vita, come a sottolineare che anche nelle condizioni più drammatiche il Signore può far rinascere una nuova vita. È vero che il popolo allontanandosi dal Signore sperimenta l’amarezza della deportazione e dell’esilio. Ma una volta compreso che senza il Signore resta tra i più piccoli popoli della terra in balia dei popoli potenti, Israele sente il bisogno di tornare al Signore. È ancora una volta il Signore che prende l’iniziativa e interviene per liberare il suo popolo dalla schiavitù. Manderà il suo servo Davide ad essere l’unico pastore: «Il mio servo Davide regnerà su di loro e vi sarà un unico pastore per tutti; seguiranno le mie norme, osserveranno le mie leggi e le metteranno in pratica». Ascoltando queste parole alla vigilia della settimana della passione, non possiamo non vedere nell’unico pastore proprio Gesù che domani accompagneremo mentre entra nella città santa. È lui il pastore che raccoglie le pecore, che le conduce in pascoli verdi e che stabilisce per sempre un’alleanza nuova e perenne tra il Padre dei cieli e il popolo dei discepoli che ha raccolto e continuerà a raccogliere nel corso dei secoli.


Salmo Responsoriale

Da Ger 31,10-12b.13

R. Il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge.

Ascoltate, genti, la parola del Signore,
annunciàtela alle isole più lontane e dite:
«Chi ha disperso Israele lo raduna
e lo custodisce come un pastore il suo gregge». R.
 
Perché il Signore ha riscattato Giacobbe,
lo ha liberato dalle mani di uno più forte di lui.
Verranno e canteranno inni sull'altura di Sion,
andranno insieme verso i beni del Signore. R.
 
La vergine allora gioirà danzando
e insieme i giovani e i vecchi.
«Cambierò il loro lutto in gioia,
li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni». R.


Vangelo Gv 11,45-56 | Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dissero: "Che cosa facciamo? Quest'uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione". Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell'anno, disse loro: "Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!". Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell'anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: "Che ve ne pare? Non verrà alla festa?".