Caino e Abele
Caino e Abele
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura Gen 4,1-15.25 | Adamo conobbe Eva sua moglie, che concepì e partorì Caino e disse: "Ho acquistato un uomo grazie al Signore". Poi partorì ancora Abele, suo fratello. Ora Abele era pastore di greggi, mentre Caino era lavoratore del suolo. Trascorso del tempo, Caino presentò frutti del suolo come offerta al Signore, mentre Abele presentò a sua volta primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: "Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovresti forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, e tu lo dominerai".

Caino parlò al fratello Abele. Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. Allora il Signore disse a Caino: "Dov'è Abele, tuo fratello?". Egli rispose: "Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?". Riprese: "Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto, lontano dal suolo che ha aperto la bocca per ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano. Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra".

Disse Caino al Signore: "Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono. Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e dovrò nascondermi lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi ucciderà". Ma il Signore gli disse: "Ebbene, chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!". Il Signore impose a Caino un segno, perché nessuno, incontrandolo, lo colpisse.

Adamo di nuovo conobbe sua moglie, che partorì un figlio e lo chiamò Set. "Perché - disse - Dio mi ha concesso un'altra discendenza al posto di Abele, poiché Caino l'ha ucciso".


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Genesi 4,1-15.25 | Fin dall’origine la storia umana è segnata dalla lotta fratricida. È la vicenda di Caino e Abele. Caino è uomo forte e Abele, suo fratello, è uomo quasi senza nome. Abele infatti in ebraico significa “soffio”, “nulla”. Il suo nome, la sua stessa esistenza è essere “il fratello” di un altro uomo, appunto Caino. Non esiste l’uomo senza che accetti di avere di fronte un fratello, di vivere con lui, di costruire il mondo accettandone la diversità. La realizzazione della nostra umanità non può avvenire senza gli altri. Nessuno esiste solo. Siamo correlati gli uni agli altri, sin dall’inizio. Abele era un pastore, un nomade, non un agricoltore come Caino. Il peccato di Caino comincia con il rifiuto della diversità di Abele. Di qui nascono l’invidia, l’ira, il rancore che lo portano velocemente a macchiarsi di una morte violenta. È facile quando si esalta l’io ad assoluto credersi anche il solo, anzi l’unico! Nel testo ebraico Caino comunica con il fratello, senza pronunciare nessuna parola. Quando si comincia ad avere sentimenti di invidia e d’ira, quando cova il rancore, non si riesce più a parlare, non si vuole più parlare. Così l’inimicizia cresce a tal punto da arrivare all’eliminazione dell’altro. Ed ecco che è ancora una volta Dio stesso a intervenire, a prendere la parola davanti alla paura e al silenzio di Caino. «Dov’è tuo fratello?», chiede Dio a Caino, come aveva chiesto ad Adamo: «Dove sei?». Dio domanda. La sua voce è sempre una domanda, chiede a noi di rendere conto del fratello. È il grido di Dio per ognuno di noi e per questo mondo contro ogni violenza e ogni rifiuto del diverso. «Dov’è tuo fratello?» è la domanda preoccupata di Dio a un mondo che accetta la violenza senza scandalizzarsi, che pensa la guerra come un fatto ineluttabile, la divisione come una dimensione normale della vita. Sì, la voce del sangue di tante donne e di tanti uomini innocenti come Abele grida a Dio dalla terra, perché da lì siamo tratti tutti come fratelli. In Gesù capiamo con chiarezza maggiore che ogni uomo è nostro fratello perché figlio di Dio, creato a sua immagine e somiglianza. La Chiesa testimonia questa universalità così difficile da accettare e da vivere nel mondo.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 49(50)

R. Offri a Dio come sacrificio la lode.

Parla il Signore, Dio degli dèi,
convoca la terra da oriente a occidente:
«Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici,
i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti. R.

Perché vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
tu che hai in odio la disciplina
e le mie parole ti getti alle spalle? R.

Ti siedi, parli contro il tuo fratello,
getti fango contro il figlio di tua madre.
Hai fatto questo e io dovrei tacere?
Forse credevi che io fossi come te!
Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa». R.


Vangelo Mc 8,11-13 | Vennero i farisei e si misero a discutere con lui, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. Ma egli sospirò profondamente e disse: "Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno". Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l'altra riva.