Nel riposo di Dio si edifica la comunità
Nel riposo di Dio si edifica la comunità
M Mons. Vincenzo Paglia
00:00
00:00

Lettura Eb 3,7-14 | Per questo, come dice lo Spirito Santo: Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori come nel giorno della ribellione, il giorno della tentazione nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri mettendomi alla prova, pur avendo visto per quarant'anni le mie opere. Perciò mi disgustai di quella generazione e dissi: hanno sempre il cuore sviato. Non hanno conosciuto le mie vie. Così ho giurato nella mia ira: non entreranno nel mio riposo. Badate, fratelli, che non si trovi in nessuno di voi un cuore perverso e senza fede che si allontani dal Dio vivente. Esortatevi piuttosto a vicenda ogni giorno, finché dura questo oggi, perché nessuno di voi si ostini, sedotto dal peccato. Siamo infatti diventati partecipi di Cristo, a condizione di mantenere salda fino alla fine la fiducia che abbiamo avuto fin dall'inizio.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Ebrei 3,7-14 | L’autore della Lettera ci chiede non solo di non allontanarsi da Dio – ossia continuare ad ascoltare la sua Parola - ma ci chiede di esortarci «a vicenda ogni giorno, finché dura questo oggi, perché nessuno di voi si ostini, sedotto dal peccato». Vi è una gran sapienza pastorale in questa indicazione: solo una fraternità effettiva e quotidiana, quindi non casuale o estemporanea, garantisce ai credenti di essere discepoli fedeli. L’autore si rivolge all’intera comunità: tutti i “fratelli” hanno la responsabilità di un’attenzione vicendevole, preoccupandosi soprattutto di coloro che non prestano più ascolto alla voce di Dio. Non solo alcuni sono chiamati alla responsabilità verso gli altri. Ogni discepolo è chiamato a tenere gli occhi aperti sul fratello perché non si perda. Ecco perché a ciascun discepolo è affidata la “paraclesi”, ossia il potere di consolare per impedire la “sclerosi” del cuore, quell’indurimento che rende l’uomo amaro, scontento ed egocentrico. Non è possibile, infatti, essere discepoli di Gesù per proprio conto o separati dai fratelli: si è discepoli unicamente se si ascolta assieme la Parola di Dio. Nell’ascolto comune della Scrittura, infatti, lo stesso Spirito Santo parla ed edifica in un solo corpo coloro che lo ascoltano. La continuità nell’ascolto rende discepoli coloro che accolgono nel cuore la Parola che viene seminata in loro. E «l’oggi» che la lettera invoca è la vita quotidiana illuminata dal Vangelo. Così entriamo nel riposo che il Signore concede ai suoi discepoli. Esortarsi a vicenda, sostenersi mutuamente e pregare insieme gli uni per gli altri edifica la comunità come famiglia di Dio ove l’amore vicendevole diviene la regola.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 94(95)

R. Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore.

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce. R.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere. R.

Per quarant'anni mi disgustò quella generazione
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato,
non conoscono le mie vie.
Perciò ho giurato nella mia ira:
non entreranno nel luogo del mio riposo». R.


Vangelo Mc 1,40-45 | Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: 'Se vuoi, puoi purificarmi!'. Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: 'Lo voglio, sii purificato!'. E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: 'Guarda di non dire niente a nessuno; va', invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro'. Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.