II di Avvento
II di Avvento
M Mons. Vincenzo Paglia
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Prima Lettura Gen 3,9-15.20 | Ma il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: ‘Dove sei?’. Rispose: ‘Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto’. Riprese: ‘Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?’. Rispose l’uomo: ‘La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato’. Il Signore Dio disse alla donna: ‘Che hai fatto?’. Rispose la donna: ‘Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato’. Allora il Signore Dio disse al serpente: ‘Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno’. L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 97 (98)

R. Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. R.
 
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d'Israele. R.
 
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni! R.


Seconda Lettura Ef 1,3-6.11-12 | Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati - secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà - a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.


Vangelo Lc 1,26-38 | Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: ‘Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te’. A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: ‘Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine’. Allora Maria disse all’angelo: ‘Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?’. Le rispose l’angelo: ‘Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio’. Allora Maria disse: ‘Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola’. E l’angelo si allontanò da lei.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Bar 5,1-9; Sal 126 (125); Fil 1,4-6.8-11; Lc 3,1-6 |

Per noi, uomini e donne circondati da tanti rumori, da una molteplicità di messaggi, da una confusione di notizie che stordiscono, non è facile comprendere la figura di Giovanni Battista. Uomo forte, severo, nella sua essenzialità, ci aiuta a riscoprire il senso vero della vita. Il suo tratto caratteristico è quello di essere un uomo che parla. Parla con voce forte dal pulpito del deserto e grida a ogni uomo la venuta del Signore.

Giovanni però non parla per sua personale iniziativa. E’ stato raggiunto in quel determinato tempo dalla “Parola di Dio” che lo invia in suo nome, come nota Luca: «Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio… la Parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto». La voce del Battista giunge sino ai nostri giorni; il deserto dove parla ci è vicino: è quello delle nostre città dove la solitudine ha corroso i legami sociali e ha desertificato le relazioni. Giovanni, predicatore libero dagli intrighi dei palazzi dei re, è povero e austero nelle vesti: un mantello di pelo di cammello e una cintura ai fianchi. È povero nel cibo: locuste e miele selvatico. Ma è libero. Parla con vigore e attacca farisei e sadducei svelando la loro abilità nel fingere pentimento per restare sempre uguali a se stessi. Non ha paura di denunciare quel che avviene nel palazzo del re, anche se questo coraggio gli costerà la vita. Non giustifica l’orgoglio di quelli che si sentono sicuri perché abitano nei luoghi del potere oppure per chissà quali meriti, magari per essere “figli di Abramo”. L’orgoglio è lontano dal cuore di Giovanni: «Non sono degno di slegare il laccio del sandalo» (cfr. Gv 1,27), dice riguardo a Gesù. L’umiltà non è paura, non è silenzio o moderazione. L’umile pone la propria fiducia nel Signore, e solo in lui. Giovanni sa ascoltare, sa parlare, sa compiere gesti di perdono verso quella lunga fila di uomini e di donne che vanno da lui a confessare i loro peccati e a farsi battezzare con il battesimo di penitenza. È un profeta che grida. E grida perché deve fare spazio, nel caotico deserto di questo mondo, a una nuova vita. Vuole aprire nel deserto dei cuori la via del Signore. L’evangelista Luca riprende le parole dell’anonimo profeta (il secondo Isaia) che descrivono il ritorno di Israele dall’esilio di Babilonia: una grande strada rettilinea e pianeggiante, simile a quelle che nell’antichità conducevano ai templi, le cosiddette “vie processionali” da percorrere nel canto e nella gioia. C’è bisogno nella nostra vita di abbassare tante asprezze di orgoglio e di arroganza, colmare avvallamenti fatti di freddezza e di indifferenza, e preparare la via del Signore che sta venendo. Giovanni grida: «Convertitevi perché il Signore è vicino!». È un messaggio semplice, ma radicale. Un orecchio abituato a queste parole potrà classificarle tra quelle già note; ma chi considera in questo modo le parole profeta va a ingrossare il numero di quei farisei che tentano di sottrarsi al “giudizio di Dio”. Forse anche a noi è chiesto di raggiungere Giovanni nel deserto, di andare a chiedere il suo battesimo di penitenza, per sperare e operare per un mondo diverso. Così vedremo aprirsi nel deserto una via che si popola dei poveri, dei deboli, e di tutti coloro che sono alla ricerca di una parola di salvezza.