Il regno di Davide durerà in eterno
Il regno di Davide durerà in eterno
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura 2Sam 7,1-5.8b-12.14a.16 | Il re, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato riposo da tutti i suoi nemici all’intorno, disse al profeta Natan: ‘Vedi, io abito in una casa di cedro, mentre l’arca di Dio sta sotto i teli di una tenda’. Natan rispose al re: ‘Va’, fa’ quanto hai in cuor tuo, perché il Signore è con te’. Ma quella stessa notte fu rivolta a Natan questa parola del Signore: ‘Va’ e di’ al mio servo Davide: Così dice il Signore: “Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? Ora dunque dirai al mio servo Davide: Così dice il Signore degli eserciti: “Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del mio popolo Israele. Sono stato con te dovunque sei andato, ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te e renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra. Fisserò un luogo per Israele, mio popolo, e ve lo pianterò perché vi abiti e non tremi più e i malfattori non lo opprimano come in passato e come dal giorno in cui avevo stabilito dei giudici sul mio popolo Israele. Ti darò riposo da tutti i tuoi nemici. Il Signore ti annuncia che farà a te una casa. Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio. Se farà il male, lo colpirò con verga d’uomo e con percosse di figli d’uomo. La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà reso stabile per sempre.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

2Samuele 7,1-5.8b-12.14a.16 | In questa pagina del libro di Samuele si tocca un punto decisivo della storia della salvezza: la promessa della discendenza e del regno fatta a Davide. La narrazione prende spunto dalla comparazione che Davide fa tra la sua sistemazione (un bel palazzo di cedro) e quella dell’arca, segno della presenza di Dio, ancora sotto una tenda. Davide decide, quindi, di costruire al Signore un tempio. L’assenza del tempio era considerata, tra l’altro, un chiaro segno d’inferiorità anche religiosa di Israele rispetto ai popoli vicini. Il profeta Natan, non appena Davide gli comunica la decisione, è entusiasta del progetto. Ma Dio lo smentisce in quella stessa notte. La prima reazione del profeta nasce dalla sua spontaneità, mentre la seconda è voluta espressamente da Dio. Il profeta non può parlare da sé, ma solo se ispirato dall’alto. Dio avverte Davide che così come non aveva mai chiesto in epoche passate l’edificazione di un tempio, neppure lo avrebbe chiesto a lui. Il Signore ha guidato il suo popolo e lo stesso Davide in tutte le sue imprese, senza avere una dimora fissa ove abitare. Non ha bisogno di mura. Semmai è Israele che ne ha bisogno per non dimenticare il Signore. Dio stesso perciò costruirà a Israele una di-mora. Il profeta annunzia una «casa regale» che durerà «per sempre», «regno eterno». La profezia trova la sua piena realizzazione in Gesù Cristo, come l’angelo annuncia a Maria: «Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine» (Lc 1,32-33).


Salmo Responsoriale

Dal Sal 88 (89)

R. Canterò per sempre l'amore del Signore.

Canterò in eterno l'amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà». R.
 
«Ho stretto un'alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono». R.
 
«Egli mi invocherà: "Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza".
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele». R.


Vangelo Lc 1,67-79 | Zaccaria, suo padre, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: ‘Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace.