La distruzione di Sodoma
La distruzione di Sodoma
M Mons. Vincenzo Paglia
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Genesi 19,15-29 | Questo brano ci presenta l’alba del giorno della distruzione di Sodoma. Gli angeli di Dio esortano Lot ad allontanarsi dalla città. Di fronte al dramma che si sta abbattendo sulla città Lot resta come bloccato, non riesce neppure a muoversi, tanto che debbono prenderlo per mano e, assieme a sua moglie e le figlie, condurlo fuori per metterlo in salvo. Appena Lot è al sicuro, una pioggia di fuoco e di zolfo – forse una vera e propria eruzione vulcanica – si abbatte su Sodoma e la distrugge, divenendo così il simbolo della città non solo peccatrice, ma soprattutto corrotta. Deve far riflettere il fatto che uno dei gravi peccati commessi dagli abitanti della città fu il rifiuto di accogliere gli stranieri che si erano rifugiati da Lot. Il cuore di quei cittadini era gretto e talmente ripiegato a difendere i propri interessi, da non vedere in quegli stranieri fratelli bisognosi di aiuto e a scagliarsi contro Lot per quanto aveva fatto. Davvero il loro cuore era come di pietra, come quelle con cui avevano costruito le mura della città. Volevano in tal modo difendersi dai nemici. Una città, una società, un popolo, che sceglie di costruire mura invalicabili e tiene le porte sempre sbarrate a chi vuole entrare, di fatto si condanna alla estinzione, alla rovina. È un messaggio che dovrebbe far riflettere, anche oggi. I confini, non importa se nei cuori o nelle città, portano sempre verso una vita chiusa e sterile.