La protesta nel deserto
La protesta nel deserto
M Mons. Vincenzo Paglia
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Esodo 16,1-5.9-15 | Siamo immediatamente dopo il racconto dell’uscita dall’Egitto, della grande opera di liberazione e operata da Dio per il suo popolo. Si inizia descrivendo una situazione di disagio. Di fronte a queste situazioni e problemi Israele “mormora”. L’uso di questo verbo è significativo. Si trova nell’Antico Testamento quasi solo in riferimento alla reazione di Israele nel cammino verso la terra. Il verbo indica una lamentela con pretesa di qualcosa. L’atteggiamento di Israele non sembra sia considerato negativamente in se stesso, ma in quanto manifesta un giudizio di valore sul cammino fatto: Israele considera l’esodo non come un cammino verso la vita, ma verso la morte («ci avete fatti uscire per farci morire»). Egli perde di vista il luogo verso cui sta andando; il deserto da luogo di passaggio è giudicato il luogo dove si arriva e si muore. Nasce allora la nostalgia dell’Egitto: si vuole tornare indietro, si preferisce la schiavitù dell’Egitto alla fatica del cammino. La preoccupazione per il cibo e l’acqua, la paura, la stanchezza, fanno dimenticare a Israele tutto ciò che Dio ha compiuto per lui. Nel deserto Israele non sa fare “memoria”, si sente solo con se stesso, schiavo più di prima. Ciò che riesce a ricordare è solo la sua schiavitù. La nostalgia elimina la “memoria” dell’opera di amore di Dio. Ben diversa la nostalgia dalla “memoria”, che nel ricordare il passato aiuta a vivere nel presente verso il futuro. Nel suo giudizio di valore Israele stravolge il senso della salvezza operata da Dio, interpretandola come cammino di morte. Quante volte il nostro lamento e la nostra nostalgia sono frutto di una fede piccola e smemorata? Quante volte vanifichiamo l’amore di Dio per noi a causa della fatica, della stanchezza, della delusione, delle preoccupazioni, della solitudine? Ma il Signore non si lascia ingabbiare dalle recriminazioni di Israele ed è sempre pronto a intervenire perché non sia disfatto ciò che è stato costruito.