Domenica dell’Ascensione
Domenica dell’Ascensione
M Mons. Vincenzo Paglia
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At 1,1-11; Sal 47 (46); Eb 9,24-28.10,19-23; Lc 24,46-53 | Celebriamo oggi l’ascensione di Gesù al cielo. Negli Atti abbiamo ascoltato che Gesù, dopo essere apparso ai discepoli “per quaranta giorni parlando del Regno di Dio…fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi”(At 3; 9). Anche per noi sono passati quaranta giorni dopo la Pasqua, e la Santa Liturgia ci fa rivivere questo mistero, mentre attendiamo la Pentecoste. E possiamo fare anche nostro l’interrogativo ansioso dei discepoli: “Signore è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno di Israele?” Una domanda importante per quei discepoli e anche legittima: “è venuto finalmente il Regno? Il male è finalmente sconfitto?”. Noi potremmo dire: “quando non ci saranno più guerre, conflitti, violenze, odi, soprusi? In questi anni, c’è stata prima la pandemia, poi le guerre, che non sembrano finire e la povertà che cresce. La domanda dei discepoli è anche nostra: “fino a quando, Signore?”. Gesù non vuole rispondere: “non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere”. Ma non li lascia nell’incertezza: “Riceverete la forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi”. Solo dopo questa assicurazione Gesù viene “elevato in alto”. Nel linguaggio simbolico significa che Gesù è insediato sul trono del cielo.

La sua “ascensione al cielo” è il compimento della Pasqua. Ma non significa allontanamento. Al contrario: come il cielo circonda la terra, così il Risorto accompagnerà ovunque i suoi discepoli perché comunichino il Vangelo dell’amore a tutti i popoli della terra. La liturgia bizantina canta: “dal cielo, lui che ama donare, ha distribuito doni ai suoi apostoli, consolandoli come un padre, confermandoli, guidandoli come figli e dicendo loro: io sono con voi e nessuno è contro di voi”. Certo, i discepoli troveranno ostacoli e opposizioni, com’è avvenuto per Gesù stesso. Ma è risorto, e li sosterrà nella loro missione. Finalmente avevano lo avevano compreso. Per questo scrive Luca: "dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia". Iniziava il tempo della Chiesa. Due angeli vestiti di bianco si presentano agli Undici, come era avvenuto al sepolcro per le donne, e indicano ai discepoli la direzione del cammino. Chiamano gli Undici: “uomini di Galilea”, ossia uomini della periferia, “perché state a guardare il cielo?”.

La santa liturgia della ‘ascensione al cielo - come quei due angeli –, ci fa riascoltare l’invito della Pasqua. Non possiamo restare come gli Undici a guardare il nostro piccolo cielo, a fermarci nei nostri recinti di sempre, a coltivare le nostre abitudini grette. Siamo invitati a tenere il nostro sguardo fisso su Gesù perché il Vangelo sia predicato con nuova audacia e generosità. I due angeli avvertono i discepoli: “egli tornerà allo stesso modo come l’avete visto andare in cielo”. Potremmo tradurre dicendo che Gesù torna nei nostri giorni precedendoci nelle tante Galilee di questo mondo sino alla pienezza del Regno. E’ nelle periferie del mondo, la dove ci sono i poveri, i malati, i soli, i disperati, là dove continuano le guerre, le stragi, i conflitti, è là che il Risorto ci attende. Il regno di Dio, il Regno di amore e di pace – è la testimonianza dei Vangeli – si costruisce ripartendo dalle periferie, dalla compassione per i poveri e dalla fretta per la pace.

Il Risorto ha bisogno di noi per rendere visibile il suo amore, ha bisogno delle nostre braccia perché i deboli si sentano sostenuti, ha bisogno della nostra predicazione di pace per contrastare l’abitudine alla guerra, ha bisogno della nostra mitezza per smantellare i conflitti. Certo, di fronte alla forza del male che in questo tempo mostra tanta ferocia, siamo consapevoli della nostra pochezza, come anche del nostro peccato. Ma Gesù – ed è bella l’immagine dell’ascensione narrata da Luca nel Vangelo –, si stacca dai discepoli e alzando le mani li benedice. E’ l’ultimo gesto di Gesù. Anche oggi il Signore benedice le comunità cristiane raccolte attorno all’altare, perché possano essere di benedizione per il mondo.

Prima Lettura ... | ...


Salmo Responsoriale

 


Seconda Lettura ... | ...


Vangelo ... | ...


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

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