Un Vangelo predicato gratuitamente
Un Vangelo predicato gratuitamente
M Mons. Vincenzo Paglia
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2 Corinzi 11,1-11 | Con l’immagine della Comunità come la sposa di Cristo, l’apostolo si presenta come il padre che veglia su di essa e la custodisce per presentarla allo sposo senza macchia. È un modo efficace per esprimere con quale intensità di sentimenti egli sente la responsabilità pastorale. Come un padre buono vigila attentamente perché vede ripetersi la drammatica scena accaduta nel paradiso terrestre quando Eva si lasciò circuire dal serpente. E, in effetti, c’è stato chi si è lasciato sedurre dal serpente, da questi “super-apostoli”, come Paolo ironicamente chiama i suoi oppositori, i quali predicano un altro vangelo da quello portato da lui. Paolo vuole toccare il cuore degli ascoltatori e guadagnarli a Cristo. Portarli a Cristo era la sua vera paga, l’unica cosa a cui teneva, davvero. In genere gli apostoli e i missionari itineranti erano mantenuti dalle comunità. Anche Paolo conosceva questa regola, ma non ne ha voluto mai usufruire. Anzi, è stato per lui un vanto e una forza la gratuità della predicazione del Vangelo a Corinto; ed è anche stato un segno di attenzione e di amore per quella comunità. Nelle parole dell’apostolo palpita il grande amore per il Vangelo e per quella comunità, per la quale si era speso con tanta energia e con totale gratuità, mostrando così un amore pienamente paterno. E ribadisce che non muterà per nulla il suo comportamento, tanto è forte il suo amore per loro. È un esempio di amore appassionato che oggi la Parola di Dio ci presenta perché possiamo farlo anche nostro.