IV di Pasqua
IV di Pasqua
M Mons. Vincenzo Paglia
00:00
00:00

At 13,14.43-52; Sal 100 (99); Ap 7,9.14b-17; Gv 10,27-30 | La vicenda accaduta ad Antiochia è un’ammonizione per ogni singolo credente, per ogni comunità ecclesiale, e perché no, anche per quella mentalità individualista e autoreferenziale sempre più incombente. Credere di conoscere già il Signore e di possederlo, bloccando così la continua chiamata alla conversione del cuore che ogni giorno ci invita a superare i nostri confini, è contraddire il Vangelo e, al fondo, bestemmiarlo. La vita alla sequela di Gesù e al suo Vangelo non è la sicurezza di un’appartenenza e neppure la tranquilla acquisizione di una predilezione antica. C’è una fatica nell’ascolto e un’urgenza di cambiamento del nostro cuore nella sequela. Nel Vangelo Gesù dice: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono» (Gv 10,27-30). Essere fedeli al Signore vuol dire ascoltare la sua voce e seguirlo ogni giorno, ovunque egli ci conduce. È l’esatto contrario dello stare seduti pigramente e orgogliosamente nella sinagoga di Antiochia.

A chi lo ascolta e a chi lo segue (l’unico modo per seguirlo è ascoltarlo mentre parla e cammina per le vie del mondo) promette la vita eterna: nessuno dei suoi andrà perduto, dice Gesù con la sicurezza di chi sa di avere un potere più forte persino della morte. E aggiunge: «Nessuno le strapperà dalla mia mano». Si tratta di un pastore buono, forte e geloso delle sue pecore. La vita di quelli che lo ascoltano è nelle mani di Dio; mani che non dimenticano e che sanno sostenere sempre. L’Apocalisse rappresenta il contrario di quello che accadde agli ebrei di Antiochia di Pisidia; la predicazione ruppe i confini angusti di quelle persone religiose e si proiettò verso il vasto mondo degli uomini.

Il Vangelo allarga il cuore di ogni credente, perché scardina radicalmente la radice amara dell’individualismo egoista e violento. Nel cuore di ogni singolo membro di quella “moltitudine” di cui parla l’Apocalisse (ne fanno parte anche coloro che, senza saperlo, sono animati dallo spirito di Dio), si coglie il respiro universale che sorregge il cuore stesso del Buon Pastore. In questa domenica la Chiesa invita a pregare per i sacerdoti e per il loro compito pastorale. È una preghiera che ci coinvolge ben sapendo che tutti, ma loro in particolare, debbono vivere il respiro di quella carità universale caratteristica del Vangelo cristiano.

Prima Lettura ... | ...


Salmo Responsoriale

 


Seconda Lettura ... | ...


Vangelo ... | ...


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

...