Non riconoscere i misteriosi segreti di Dio
Non riconoscere i misteriosi segreti di Dio
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura Sap 2,1a.12-22 | Dicono fra loro sragionando: "La nostra vita è breve e triste; non c'è rimedio quando l'uomo muore, e non si conosce nessuno che liberi dal regno dei morti. Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d'incomodo e si oppone alle nostre azioni; ci rimprovera le colpe contro la legge e ci rinfaccia le trasgressioni contro l'educazione ricevuta. Proclama di possedere la conoscenza di Dio e chiama se stesso figlio del Signore. È diventato per noi una condanna dei nostri pensieri; ci è insopportabile solo al vederlo, perché la sua vita non è come quella degli altri, e del tutto diverse sono le sue strade. Siamo stati considerati da lui moneta falsa, e si tiene lontano dalle nostre vie come da cose impure. Proclama beata la sorte finale dei giusti e si vanta di avere Dio per padre. Vediamo se le sue parole sono vere, consideriamo ciò che gli accadrà alla fine. Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto e lo libererà dalle mani dei suoi avversari. Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti, per conoscere la sua mitezza e saggiare il suo spirito di sopportazione. Condanniamolo a una morte infamante, perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà". Hanno pensato così, ma si sono sbagliati; la loro malizia li ha accecati. Non conoscono i misteriosi segreti di Dio, non sperano ricompensa per la rettitudine né credono a un premio per una vita irreprensibile.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Sapienza 2,1a.12-22 | L’autore sacro mette in bocca agli “empi” parole di accusa contro i “giusti” manifestando così la cattiveria che spesso si abbatte sui credenti e rende la loro vita più difficile. La testimonianza e il martirio di Martin Luther King emblematica di questa persecuzione che ancora si abbatte contro i cristiani perché sono di “inciampo” alla cultura della violenza che sembra imporsi sempre più tra i popoli. E tutto ciò che ostacola la realizzazione del profitto dei ricchi e dei forti contro i poveri e i deboli va eliminato, anche con la violenza. La testimonianza dei “giusti” – quella dei nuovi martiri, che sono come agnelli in un mondo di lupi - è una contraddizione vivente contro la dilagante violenza del male. La loro sola presenza infastidisce, diviene persino insopportabile. Nella pagina biblica si descrive l’odio crescente contro i giusti: dal tendere le insidie si passa all’insulto, per giungere infine al progetto di condanna a morte, in una sfida blasfema contro lo stesso Dio. È facile vedere in questa pagina il volto di Gesù, il giusto che soffre e muore a causa dell’empietà degli uomini soggiogati dallo spirito del male. Accanto a Gesù appaiono i volti di tutti quei credenti che ancora oggi sono «perseguitati per la giustizia» (Mt 5,10). L’autore della Lettera a Diogneto, un antichissimo testo cristiano redatto in momenti di persecuzione, scrive: i cristiani «sono nel mondo ciò che l’anima è nel corpo… La carne odia l’anima e le fa guerra, senza aver ricevuto ingiuria, ma solo perché le proibisce di godere dei piaceri; anche il mondo odia i cristiani, che non gli hanno fatto alcun torto, solo perché essi s’oppongono ai piaceri». Essere «l’anima del mondo» vuol dire che solo tale amore è soffio di vita.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 33 (34)

R. Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato.

Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano i giusti e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce. R.
 
Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Molti sono i mali del giusto,
ma da tutti lo libera il Signore. R.
 
Custodisce tutte le sue ossa:
neppure uno sarà spezzato.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia. R.


Vangelo Gv 7,1-2.10.25-30 | Dopo questi fatti, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Ma quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto. Intanto alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: "Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia". Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: "Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato". Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.