La preghiera libera dalla morte
La preghiera libera dalla morte
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura Dn 3,14-20.46-50.91-92.95 | Nabucodònosor disse loro: "È vero, Sadrac, Mesac e Abdènego, che voi non servite i miei dèi e non adorate la statua d'oro che io ho fatto erigere? Ora se voi, quando udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell'arpa, del salterio, della zampogna e di ogni specie di strumenti musicali, sarete pronti a prostrarvi e adorare la statua che io ho fatto, bene; altrimenti, in quel medesimo istante, sarete gettati in mezzo a una fornace di fuoco ardente. Quale dio vi potrà liberare dalla mia mano?". Ma Sadrac, Mesac e Abdènego risposero al re Nabucodònosor: "Noi non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito; sappi però che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace di fuoco ardente e dalla tua mano, o re. Ma anche se non ci liberasse, sappi, o re, che noi non serviremo mai i tuoi dèi e non adoreremo la statua d'oro che tu hai eretto". Allora Nabucodònosor fu pieno d'ira e il suo aspetto si alterò nei confronti di Sadrac, Mesac e Abdènego, e ordinò che si aumentasse il fuoco della fornace sette volte più del solito. Poi, ad alcuni uomini fra i più forti del suo esercito, comandò di legare Sadrac, Mesac e Abdènego e gettarli nella fornace di fuoco ardente.

I servi del re, che li avevano gettati dentro, non cessarono di aumentare il fuoco nella fornace, con bitume, stoppa, pece e sarmenti. La fiamma si alzava quarantanove cubiti sopra la fornace e uscendo bruciò quei Caldei che si trovavano vicino alla fornace. Ma l'angelo del Signore, che era sceso con Azaria e con i suoi compagni nella fornace, allontanò da loro la fiamma del fuoco della fornace e rese l'interno della fornace come se vi soffiasse dentro un vento pieno di rugiada. Così il fuoco non li toccò affatto, non fece loro alcun male, non diede loro alcuna molestia.

Allora il re Nabucodònosor rimase stupito e alzatosi in fretta si rivolse ai suoi ministri: "Non abbiamo noi gettato tre uomini legati in mezzo al fuoco?". "Certo, o re", risposero. Egli soggiunse: "Ecco, io vedo quattro uomini sciolti, i quali camminano in mezzo al fuoco, senza subirne alcun danno; anzi il quarto è simile nell'aspetto a un figlio di dèi". Nabucodònosor prese a dire: "Benedetto il Dio di Sadrac, Mesac e Abdènego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i servi che hanno confidato in lui; hanno trasgredito il comando del re e hanno esposto i loro corpi per non servire e per non adorare alcun altro dio all'infuori del loro Dio".


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Daniele 3,14-20.46-50.91-92.95 | Il capitolo terzo del libro di Daniele racconta la vicenda della statua d’oro fatta erigere dal re Nabucodonosor perché venisse adorata da tutti i sudditi del suo regno. Ma alcuni ebrei, Sadrach, Mesach e Abdenego, provenienti dalla Giudea dopo la distruzione di Gerusalemme, si erano rifiutati di rendere culto alla statua che consideravano un idolo. Essi vengono perciò gettati in una fornace ardente. Davanti a un mondo che sembra destinare alla fossa dell’abisso tanti uomini e tante donne, privi di ogni libertà e sotto il dominio della violenza, rivolgiamo la nostra preghiera al Signore sapendo che egli ascolta i suoi figli e viene in nostro soccorso. In ogni situazione di difficoltà possiamo rivolgerci al Signore, lodare le meraviglie da lui compiute e gustare già da ora la libertà e la salvezza. ««Benedite», ripete l’inno all’inizio di ogni versetto. La preghiera è anzitutto benedizione e ci fa partecipi della vita divina, ci preserva dalla maledizione, da una vita lontana dal Signore. «Benedite»: è l’invito a mettersi nell’orizzonte del mondo a partire da Dio. La preghiera di lode a Dio, libera tutti dal piccolo mondo del proprio compito particolare e mette in comunione con tutti gli esseri viventi. Ripercorriamo così nella preghiera l’opera creatrice di Dio, perché con tutte le creature possiamo cantarne la misericordia. La sua «grazia» infatti dura per sempre. Questa è la scoperta dell’uomo che prega e che, anche nell’abisso e di fronte al male che incombe, non cessa di cantare la lode di Dio e viene liberato dalla morte.


Salmo Responsoriale

Da Dn 3,52-56

R. A te la lode e la gloria nei secoli.

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri.
Benedetto il tuo nome glorioso e santo. R.
 
Benedetto sei tu nel tuo tempio santo, glorioso.
Benedetto sei tu sul trono del tuo regno. R.
 
Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi
e siedi sui cherubini.
Benedetto sei tu nel firmamento del cielo. R.


Vangelo Gv 8,31-42 |

Gesù allora disse a quei Giudei che gli avevano creduto: "Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi". Gli risposero: "Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: 'Diventerete liberi'?". Gesù rispose loro: "In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro".

Gli risposero: "Il padre nostro è Abramo". Disse loro Gesù: "Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l'ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro". Gli risposero allora: "Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!". Disse loro Gesù: "Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato".