Le due vie
Le due vie
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura Dt 30,15-20 | Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male. Oggi, perciò, io ti comando di amare il Signore, tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore, tuo Dio, ti benedica nella terra in cui tu stai per entrare per prenderne possesso. Ma se il tuo cuore si volge indietro e se tu non ascolti e ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dèi e a servirli, oggi io vi dichiaro che certo perirete, che non avrete vita lunga nel paese in cui state per entrare per prenderne possesso, attraversando il Giordano. Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione. Scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, amando il Signore, tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, poiché è lui la tua vita e la tua longevità, per poter così abitare nel paese che il Signore ha giurato di dare ai tuoi padri, Abramo, Isacco e Giacobbe.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Deuteronomio 30,15-20 | La scelta tra le due vie non è senza conseguenze. Si tratta di una responsabilità che comporta la qualità dell’esistenza dell’intero popolo, non solo di quella personale di ciascuno. Scegliere per il bene e la vita significa continuare a essere benedetti e protetti come suo popolo. Scegliere per il male significa votarsi all’infelicità e alla morte. Per questo Mosè continua: «Scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, amando il Signore, tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui» (Dt 30,19). La scelta di amare il Signore significa ascoltare fedelmente la sua Parola, «camminare nelle sue vie» e quindi «tenersi uniti a lui». Di qui discende la benedizione di Dio sul popolo e sul suo futuro. Il Deuteronomio parla di longevità e di possesso di beni, ossia di una visione che talora viene contestata nella Bibbia stessa soprattutto quando ci si trova davanti alla sofferenza e alla morte prematura del giusto, come avviene ad esempio nel libro di Giobbe e nel libro della Sapienza. Tuttavia è indubbio che la comunione con il Signore e l’ascolto della sua Parola rendono bella e umana la vita e offrono una grande sapienza per il mondo. Questo messaggio sarà accolto e portato a compimento da Gesù. I suoi discepoli sono coloro che accolgono con il cuore disponibile la sua Parola e la mettono in pratica, ogni giorno. Essere discepoli e amare il Signore è una scelta che va rinnovata ogni giorno, soprattutto in questo tempo di Quaresima, tempo opportuno di conversione. Alziamo lo sguardo da noi stessi e rivolgiamolo Signore, maestro della nostra vita.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 1

R. Beato l’uomo che confida nel Signore.

Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte. R.

È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene. R.

Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina. R.


Vangelo Lc 9,22-25 | "Il Figlio dell'uomo - disse - deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno". Poi, a tutti, diceva: "Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?"