Lettura Est 4,1.3-5.12-14 |Quando Mardocheo seppe quello che era accaduto, si stracciò le vesti, indossò un sacco e si cosparse di cenere. Precipitatosi nella piazza della città, gridava a gran voce: "Viene distrutto un popolo che non ha fatto nulla di male". In ogni provincia in cui erano state pubblicate le lettere, c'erano grida e lamenti e grande afflizione tra i Giudei, i quali si stendevano sul sacco e sulla cenere. Entrarono le ancelle e gli eunuchi della regina e le parlarono. All'udire quel che era accaduto, rimase sconvolta e mandò a vestire Mardocheo e a togliergli il sacco; ma egli non acconsentì. Allora Ester chiamò il suo eunuco Acrateo, che stava al suo servizio, e lo mandò a chiedere informazioni precise a Mardocheo.
Acrateo riferì a Mardocheo tutte queste parole di Ester. Mardocheo disse ad Acrateo: "Va' a dirle: 'Ester, non dire a te stessa che tu sola potrai salvarti nel regno, fra tutti i Giudei. Perché se tu ti rifiuti in questa circostanza, da un'altra parte verranno aiuto e protezione per i Giudei. Tu e la casa di tuo padre perirete. Chi sa che tu non sia diventata regina proprio per questa circostanza?'"
Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia
Ester 4,17i.k.l.s | La preghiera di Mardocheo è una professione di fede e di resistenza al male. Quella di Ester è più ricca e personale. I credenti, di fronte al nemico, non dicono solamente «liberaci dai nemici», aggiungono anche la consapevolezza del proprio peccato: «Noi abbiamo peccato». La presenza del nemico viene compresa dal popolo di Israele anche come correzione, come richiamo a una fede più salda, ch’era stata trascurata per la ricerca affannosa del benessere. Ester cerca «rifugio presso il Signore, presa da un’angoscia mortale». Di qui la sua preghiera: si prostrò a terra con le sue ancelle da mattina a sera. Memore della storia dell’alleanza – attraverso l’ascolto dei libri degli antenati – invoca la protezione di Dio su di sé e sul popolo tutto. E, nella sua preghiera, Ester alterna il singolare al plurale. Lei si distacca dal popolo quando guarda al suo compito specifico di presentarsi al re, una missione per la quale sente tanta solitudine, debolezza e angoscia; nello stesso tempo però si immedesima nel popolo, facendosi sua portavoce, quando si tratta di supplicare il Signore di essere liberati dai nemici per la gloria stessa del Signore e la difesa della sua eredità. Si presenta al Signore quale regina suo malgrado e non partecipe dei vantaggi del suo ruolo, quasi che questo la renda strumento più adatto e la disponga meglio a contare solo sul Signore: «Mio Signore, nostro re, tu sei l’unico! Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso all’infuori di te». Ester sta davanti a tutti noi come una credente che sente la propria responsabilità non per salvare se stessa ma tutto il popolo.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 137 (138)
R. Nel giorno in cui ti ho invocato mi hai risposto.
Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo. R.
Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza. R.
La tua destra mi salva.
Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani. R.
Vangelo Mt 7,7-12 | Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.