Ha creato l’uomo a sua immagine
Ha creato l’uomo a sua immagine
M Mons. Vincenzo Paglia
00:00
00:00

Lettura Gen 1,20–2,4a | Dio disse: "Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo". Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona. Dio li benedisse: "Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra". E fu sera e fu mattina: quinto giorno. Dio disse: "La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici, secondo la loro specie". E così avvenne. Dio fece gli animali selvatici, secondo la loro specie, il bestiame, secondo la propria specie, e tutti i rettili del suolo, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona. Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra". E Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e Dio disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra". Dio disse: "Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra, e ogni albero fruttifero che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutti gli animali selvatici, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde". E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno. Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Dio, nel settimo giorno, portò a compimento il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli aveva fatto creando. Queste sono le origini del cielo e della terra, quando vennero creati. Nel giorno in cui il Signore Dio fece la terra e il cielo.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Genesi 1,20-2,4 | Ci troviamo nella seconda parte del primo racconto della creazione, che culmina con la creazione dell’uomo e della donna e con l’affermazione del sabato. Tutta la narrazione della creazione tende a quest’ultima parte. Nel creare l’uomo, Dio prende una decisione solenne, come mostra l’uso del plurale: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza... Dio creò l’uomo... maschio e femmina li creò». Notiamo subito la scelta di Dio: l’essere umano (“uomo” in ebraico è un termine che si riferisce non al maschio, ma all’essere umano tratto dalla terra) porta in sé l’immagine di Dio, ovvero ha una grande dignità. Che sia «maschio o femmina» indica assieme la diversità e l’uguaglianza. Si potrebbe dire che solo assieme somigliamo a Dio. Non esiste l’uomo da solo o la donna da sola: esiste una persona che ha bisogno dell’altra, e ambedue mostrano la somiglianza con Dio. La benedizione divina mantiene la persona umana in un rapporto speciale con il Signore che gli affida il governo della creazione, un governo mai assoluto, perché tutto dipende da Dio e non dall’uomo. La creazione dell’essere umano si conclude con la constatazione: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona». Da Dio viene solo il bene, non il male, che sarà opera del maligno. E Dio si compiace talmente dell’esistenza dell’essere umano da dire «che era cosa molto buona», non solo «buona», come per le altre opere create. Ma il compimento della creazione non consiste nell’uomo e nella donna, ma nel sabato: «Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò...». Tre azioni di Dio avvengono nel settimo giorno: innanzitutto porta a compimento la creazione, poi benedice e consacra il settimo giorno. Che cosa significa? Senza il sabato, il giorno in cui l’essere umano riconosce l’opera di Dio e lo loda, la creazione non è compiuta, le manca qualcosa di essenziale. Comprendiamo il senso del sabato per gli ebrei, e della domenica per i cristiani: se l’uomo e la donna non riconoscono l’opera di Dio e non ne vedono la presenza, alla creazione viene a mancare qualcosa di fondamentale, senza cui essa non giunge a pienezza. L’uomo e la donna non sono creati per restare chiusi in se stessi, debbono aprirsi a Dio, al suo tempo, al suo disegno di amore. Per questo Dio non solo benedice, come aveva fatto per l’uomo e la donna, ma “consacra” il settimo giorno, cioè lo rende il giorno di Dio nel tempo dell’uomo.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 8

R. O Signore, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!

Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l'uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell'uomo perché te ne curi? R.
 
Davvero l'hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi. R.
 
Tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari. R.


Vangelo Mc 7,1-13 | Si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate - i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti -, quei farisei e scribi lo interrogarono: "Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?". Ed egli rispose loro: "Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini". E diceva loro: "Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e: Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte. Voi invece dite: "Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio", non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte".