L’origine della sapienza
L’origine della sapienza
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura Sir 1,1-10 | Ogni sapienza viene dal Signore e con lui rimane per sempre. La sabbia del mare, le gocce della pioggia e i giorni dei secoli chi li potrà contare? L'altezza del cielo, la distesa della terra e le profondità dell'abisso chi le potrà esplorare? Prima d'ogni cosa fu creata la sapienza e l'intelligenza prudente è da sempre. Fonte della sapienza è la parola di Dio nei cieli, le sue vie sono i comandamenti eterni. La radice della sapienza a chi fu rivelata? E le sue sottigliezze chi le conosce? Ciò che insegna la sapienza a chi fu manifestato? La sua grande esperienza chi la comprende? Uno solo è il sapiente e incute timore, seduto sopra il suo trono. Il Signore stesso ha creato la sapienza, l'ha vista e l'ha misurata, l'ha effusa su tutte le sue opere, a ogni mortale l'ha donata con generosità, l'ha elargita a quelli che lo amano. [L'amore del Signore è sapienza che dà gloria, a quanti egli appare, la dona perché lo contemplino.]


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Siracide 1,1-10 | Il libro è scritto da Ben Sira (da cui “Siracideˮ), ed è forse l’ultimo scritto del Primo Testamento. L’autore è uno scriba saggio, intento a leggere la Scrittura con intelligenza sapienziale per renderla illuminante nella vita quotidiana del popolo. Egli chiede al credente di applicarsi alla meditazione della Parola di Dio per poter comprenderne il senso del tempo nel quale vive. La sua convinzione di fondo è che l’origine della sapienza sta in Dio. Scrive: «Fonte della sapienza è la parola di Dio nei cieli, le sue vie sono i comandamenti eterni». In questo concorda pienamente con il salmista che canta la Parola di Dio luce «per i nostri passi» (Sal 119,105). L’autore vuole aiutare il credente a scorgere attraverso le Sante Scritture la saggezza che abita presso Dio per poterla accogliere e vivere in conseguenza. In realtà la sapienza – afferma il libro – appartiene essenzialmente al Signore: «Uno solo è il sapiente e incute timore, seduto sopra il suo trono» (v. 6). Ma il Signore non ne è geloso. Al contrario, la dona largamente a coloro che lo amano: «Il Signore stesso ha creato la sapienza, l’ha vista e l’ha misurata, l’ha effusa su tutte le sue opere, a ogni mortale l’ha donata con generosità, l’ha elargita a quelli che lo amano» (9-10). Secondo l’autore solo chi si affida a Dio può vivere con sapienza. L’uomo è finito e limitato: non può contare né la sabbia del mare, né le gocce della pioggia, né i giorni e i secoli. I credenti hanno la responsabilità sia di accogliere il dono della sapienza sia di esercitarla per aiutare tutti a comprendere il senso della storia e del mondo con lo sguardo e il pensiero di Dio. La sapienza che il credente accoglie lo spinge a cercare ancora e a indagare. In questo tempo di globalizzazione e di rischiose semplificazioni, ritorna attuale il monito del Concilio Vaticano II che nella Gaudium et Spes (GS 15), scriveva: «L’epoca nostra, più ancora che i secoli passati, ha bisogno di questa sapienza per umanizzare tutte le sue nuove scoperte. È in pericolo, di fatto, il futuro del mondo, a meno che non vengano suscitati uomini più saggi».


Salmo Responsoriale

Dal Sal 92(93)

R. Il Signore regna, si riveste di maestà.
Oppure:
R. Venga, Signore, il tuo regno di grazia.

Il Signore regna, si riveste di maestà:
si riveste il Signore, si cinge di forza. R.

È stabile il mondo, non potrà vacillare.
Stabile è il tuo trono da sempre,
dall'eternità tu sei. R.

Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!
La santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore. R.


Vangelo Mc 9,14-29 |

E arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con loro. E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: "Di che cosa discutete con loro?". E dalla folla uno gli rispose: "Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti". Egli allora disse loro: "O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me". E glielo portarono. Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando.

Gesù interrogò il padre: "Da quanto tempo gli accade questo?". Ed egli rispose: "Dall'infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell'acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci". Gesù gli disse: "Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede". Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: "Credo; aiuta la mia incredulità!". Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: "Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più". Gridando e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: "È morto". Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi.

Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: "Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?". Ed egli disse loro: "Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera".