Sorte dei giusti minacciata
Sorte dei giusti minacciata
M Mons. Vincenzo Paglia
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Sapienza 2,23–3,9 | Perché vivere nella giustizia se la sorte dei giusti sembra minacciata e la loro vita troncata dalla violenza? È la grande domanda del libro della Sapienza, che in parte aveva tormentato anche Giobbe: perché i malvagi prosperano e i giusti soccombono? È l’interrogativo che spesso affiora anche nel nostro cuore: perché affannarsi tanto per compiere il bene, per non permettere all’ingiustizia del mondo di prevalere, al male di sconfiggere il bene? «Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio, nessun tormento li toccherà»: ecco la risposta sapiente dell’autore del libro. Quanti giusti sono morti per compiere il bene, per non rinunciare a vivere nell’amore! Una vita spesa nell’amore non è una vita sprecata, ma guadagnata per la vita eterna. Forse agli occhi degli uomini le sofferenze e le tribolazioni che si sono abbattute su di loro sono apparse come una sciagura. Eppure, anche se la loro vita è stata breve, essi risplenderanno nel giorno del giudizio e mostreranno che la vera forza sta nell’amore, non nella prepotenza che si impone sugli altri, non nella protezione del proprio orgoglio. Per questo, continua la Sapienza, essi «governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli». Gesù stesso annuncerà nelle beatitudini che i miti «avranno in eredità la terra». La forza che conquista e vince è nella mitezza e nell’amore. L’amore che ha segnato l’esistenza dei giusti sarà un dono per tutti; il mondo intero ne è beneficato. E la loro vita è posta nelle mani di Dio: né il male né la morte potranno prevalere su di essi.