XXXIII del tempo ordinario
XXXIII del tempo ordinario
M Mons. Vincenzo Paglia
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Mal 3,19-20a; Sal 98 (97); 2Ts 3,7-12; Lc 21,5-19 |

L’anno liturgico sta avviandosi verso la conclusione e la Parola di Dio ci esorta a riflettere sulle «cose ultime», sul «giorno rovente come un forno» che sta per venire, come avverte il profeta Malachia. Anche il brano evangelico di Luca sottolinea il tema della «fine dei tempi». Con il linguaggio tipico dell’epoca Gesù dice: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi nel cielo». E ancora: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno». Sono parole che in verità vediamo realizzarsi anche ai nostri giorni. Gesù non vuole impaurirci. Vuole invece che noi poniamo più attenzione verso il fine a cui la storia tende, verso dove noi siamo diretti. Perché la via possiamo sceglierla solo se sappiamo dove andiamo. Domenica prossima con la festa di Cristo Re la liturgia ci apre lo sguardo sulla fine della storia che avverrà quando Gesù regnerà su tutti e su tutto. In quel giorno, dice ancora Gesù, «tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia», per i giusti, invece, quel giorno «sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia». Questa pagina evangelica scuote la nostra pigrizia e ci invita a rivolgere lo sguardo a Gesù e a essergli accanto per affrettare la venuta del suo regno, ossia di un mondo più fraterno, più solidale, di un mondo che vive nella pace.

Papa Francesco ha voluto che la domenica che precede la festa di Cristo Re fosse dedicata alla festa dei poveri. Tutte le chiese sono invitate ad aprire le porte ai poveri, accogliendoli nella santa liturgia e offrendo loro un pranzo, al termine della messa, come il papa fa nella basilica di San Pietro. Si mostra così che l’amore per i poveri non è sul piano del buon gesto di carità fatto a chi è fuori della comunità. Questa festa mostra il senso teologico dell’amore per i poveri. È a dire che il rapporto con loro è quello di sentirli dentro la Chiesa, fratelli e sorelle. Anzi, sono la presenza di Cristo stesso tra noi. Così del resto sono considerati nelle pagine evangeliche. Questa festa ci aiuta a comprendere meglio quel che nel Vangelo più volte viene detto sul regno di Dio, dove il re è Cristo. Basta leggere la prima delle beatitudini: «Beati i poveri, perché di essi è il regno dei cieli». E ancora: il regno dei cieli è simile a un banchetto preparato dal Signore al quale sono invitati i poveri. E l’insegnamento è chiaro: il legame tra l’altare dell’Eucaristia e la mensa dei poveri, due altari inseparabili, due culti inscindibili. E si assiste al miracolo di una amicizia straordinaria tra i discepoli di Gesù e i poveri, anche questi ultimi di Gesù. È l’immagine di quella fraternità universale che non conosce né barriere né confini che il Vangelo è venuto a realizzare.

Prima Lettura ... | ...


Salmo Responsoriale

 


Seconda Lettura ... | ...


Vangelo ... | ...


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

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