Esdra legge e spiega la Legge
Esdra legge e spiega la Legge
M Mons. Vincenzo Paglia
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Neemia 8,1-4a.5-6.7-12 | La lettura del «libro della Legge di Mosè» crea l’unità: «Tutto il popolo tendeva l’orecchio al libro della Legge». La lettura della Legge viene fatta su un luogo elevato, una tribuna, come nella sinagoga, perché la Parola di Dio possa essere ascoltata da tutti, ma anche affinché il libro sia visto. È bello vedere quanto avviene a chi ascolta la lettura del libro: innanzitutto, appena viene aperto il libro, tutto il popolo si alza in piedi, poi si inginocchia e si prostra in segno di venerazione e di devozione per la Parola di Dio. Questa pagina ci esorta a sviluppare una vera e propria devozione per il libro della Parola di Dio, per leggerlo e ascoltarlo in un clima di attenzione e di preghiera. L’autore sacro nota che l’assemblea riunita leggeva e ascoltava la lettura del testo e la spiegazione che veniva fatta. Fin da allora appare chiaro che per comprendere il libro della Parola di Dio non è sufficiente la lettura individuale. La Parola va letta sempre all’interno del popolo, all’interno della Chiesa, ascoltando assieme la spiegazione. La conseguenza di questo ascolto comune nella preghiera è la commozione del cuore che giunge, come in questo caso, sino al pianto. Esdra però esorta a non fare lutto e a non piangere, bensì a gioire: «Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza». La Parola di Dio, se ascoltata con il cuore, sazia la fame e la sete di senso della vita.