Miti e umili di cuore
Miti e umili di cuore
M Mons. Vincenzo Paglia
00:00
00:00

Matteo 11,25-30 | Oggi celebriamo la festa di san Francesco di Assisi, ricordando la sua morte avvenuta nella notte del 3 ottobre 1226. In lui il Vangelo diventò lievito di fraternità universale. La pagina evangelica che la liturgia ci offre in questa festa riporta una delle preghiere di Gesù. È un ringraziamento di Gesù al Padre perché si è chinato sui piccoli, rivelando loro il mistero del suo amore che salva, un mistero nascosto da secoli e che neppure i sapienti avrebbero potuto comprendere se Dio stesso non lo avesse rivelato: Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo stesso Figlio per salvare gli uomini dal potere del male e della morte. Ed è piaciuto al Padre di salvare gli uomini partendo dai più piccoli e dai più deboli. È il «privilegio dei poveri», di cui parla la vicenda biblica sin dalle prime pagine e ancora oggi presente nella vita dei discepoli di Gesù. Papa Francesco non cessa di ricordarcelo con il suo stesso esempio. Proprio per questo ha scelto il nome del santo di Assisi, che esorta ancora oggi con il suo esempio a iscriverci anche noi tra i piccoli che hanno accolto e vissuto questo amore. San Francesco fa parte di quella lunga schiera di credenti che come un filo rosso attraversa venti secoli di storia cristiana: la preferenza di Dio per i poveri e i deboli. È di qui che Dio parte per salvare il mondo. Francesco ha ripercorso l’antica vicenda dei discepoli di Gesù: essi, gente semplice e disprezzata, furono scelti da Gesù come Apostoli del regno. Attraverso i discepoli di oggi Gesù continua a rivolgersi oggi alle folle stanche di questo mondo e a dire loro: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro».