Non giudicare l’altro
Non giudicare l’altro
M Mons. Vincenzo Paglia
00:00
00:00

Romani 2,1-11 | Paolo scrive che l’uomo è più incline a servire se stesso che Dio. È un istinto profondo che ci accompagna tutti, una sorta di atteggiamento “idolatrico” che coinvolge uomini e donne di ogni tempo. Questa convinzione dovrebbe renderci attenti a non dar ragione facilmente a noi stessi e alle nostre tradizioni. Gesù stesso esorta a non guardare la pagliuzza nell’occhio degli altri e ad accorgersi della trave nell’occhio di ciascuno di noi. Siamo tutti poveri uomini e povere donne bisognosi di aiuto da parte del Signore. Per questo Paolo, poco più avanti, riprendendo un’affermazione del salmo, scrive: «Non c’è nessun giusto, nemmeno uno» (Rm 3,10). Gesù stesso, all’uomo che lo adulava chiamandolo «Maestro buono», rispose: «Perché mi chiami buono? Solo Dio è buono» (Mc 10,18). La nostra pochezza dovrebbe spingerci a non farci giudici degli altri. Paolo, rivolgendosi direttamente «all’uomo», a tutti gli uomini, ha parole severe per chi giudica senza misericordia; e pensando ai credenti, accusa: essi giudicano gli altri, ma poi commettono le stesse cose e si comportano come coloro sui quali pesa il loro giudizio. Così facendo, non solo sono crudeli, ma dimenticano che esiste un giudice che esercita il giudizio con metro giusto: Dio. Egli «renderà a ciascuno secondo le sue opere... Dio infatti non fa preferenza di persone». L’apostolo ricorda, anche a noi credenti, che abbiamo bisogno di essere perdonati, ossia giudicati da Dio misericordioso e grande nell’amore. Tutti abbiamo bisogno della misericordia di Dio, che è salvezza.