La fede, testimonianza di Dio
La fede, testimonianza di Dio
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura 1Gv 5,5-13 | E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l’acqua soltanto, ma con l’acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità. Poiché tre sono quelli che danno testimonianza: lo Spirito, l’acqua e il sangue, e questi tre sono concordi. Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è superiore: e questa è la testimonianza di Dio, che egli ha dato riguardo al proprio Figlio. Chi crede nel Figlio di Dio, ha questa testimonianza in sé. Chi non crede a Dio, fa di lui un bugiardo, perché non crede alla testimonianza che Dio ha dato riguardo al proprio Figlio. E la testimonianza è questa: Dio ci ha donato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio. Chi ha il Figlio, ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita. Questo vi ho scritto perché sappiate che possedete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

1 Giovanni 5,5-13 | C’è un rapporto diretto tra fede, amore e osservanza del Vangelo. E’ con questo tipo di fede e di amore che i cristiani, sull’esempio di Gesù, sconfiggono il male presente nel mondo. Giovanni ci ricorda che l’amore di Gesù si è rivelato con l’acqua e con il sangue, due immagini con cui l’apostolo richiama il giorno del battesimo nel Giordano e quello della morte di Gesù sulla croce. Questo mistero di amore – che è Gesù stesso - è reso presente in noi attraverso lo Spirito Santo: questo amore ci libera dalla solitudine e ci rende partecipi del mistero di Gesù. Lo Spirito Santo è la forza che ci permette di gustare il sapore spirituale delle Sante Scritture, che ci raduna assieme per renderci un popolo sacerdotale che celebra la santa liturgia, che ci dà la forza di cambiare il mondo. E’ lo Spirito Santo che fa abitare nei nostri cuori l’amore stesso di Gesù. E, come a rassicurare i cristiani della bellezza dell’amore evangelico, Giovanni ci ricorda che i comandamenti di Dio non sono gravosi e non schiacciano la vita. Al contrario, liberano dalla schiavitù dell’amore per se stessi e dalla soggezione alle mode del mondo. Tornano in mente le parole piene di compassione rivolte da Gesù alle folle che lo seguivano: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero» (Mt 11,28-30). Giovanni con la sua lettera fa come da eco a queste parole di Gesù e ci ricorda che il Vangelo non ci è imposto come un peso ma come l’aiuto per farci vivere sin da ora una vita piena con Gesù risorto: chi «è nel Figlio» - aggiunge, come per chiarie ancor più il dono che riceviamo - ha già la vita eterna, cioè comincia già a partecipare a quella vita piena che viene da Dio e che si è manifestata interamente in Gesù.


Salmo Responsoriale

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Vangelo Lc 5,12-16 | Mentre Gesù si trovava in una città, ecco, un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò dinanzi, pregandolo: ‘Signore, se vuoi, puoi purificarmi’. Gesù tese la mano e lo toccò dicendo: ‘Lo voglio, sii purificato!’. E immediatamente la lebbra scomparve da lui. Gli ordinò di non dirlo a nessuno: ‘Va’ invece a mostrarti al sacerdote e fa’ l’offerta per la tua purificazione, come Mosè ha prescritto, a testimonianza per loro’. Di lui si parlava sempre di più, e folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro malattie. Ma egli si ritirava in luoghi deserti a pregare.