Sacerdote secondo l’ordine di Melchisedek
Sacerdote secondo l’ordine di Melchisedek
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura Eb 5,1-10 | Ogni sommo sacerdote, infatti, è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati. Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell'ignoranza e nell'errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo. Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: 'Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato', gliela conferì come è detto in un altro passo: 'Tu sei sacerdote per sempre, secondo l'ordine di Melchìsedek'. Nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo Figlio, imparò l'obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono, essendo stato proclamato da Dio sommo sacerdote secondo l'ordine di Melchìsedek.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Ebrei 5,1-10 | Queste parole della Lettera agli Ebrei ci aiutano a riflettere ancora su Gesù, «sommo sacerdote». Nella tradizione del tempio, il sommo sacerdote era l’unico che poteva entrare una volta l’anno nel “Santo dei Santiˮ, la parte più interna del tempio di Gerusalemme. Accadeva nella festa dello Yom Kippur, il giorno dell’Espiazione, totalmente dedicato alla preghiera e alla penitenza per ricevere il perdono di Dio. Gesù viene presentato in questa Lettera come il nuovo sommo sacerdote. Lui, a causa della sofferenza patita e dell’obbedienza riconosciuta a Dio, è divenuto causa di salvezza per tutti, non solo per il popolo di Israele. Non c’è più bisogno di offrire sacrifici di espiazione per il perdono dei peccati nel tempio di Gerusalemme: Gesù stesso, per la sofferenza patita, è colui che ora ottiene il perdono e la salvezza per tutti i popoli. L’autore interpreta la vita terrena di Gesù come un’offerta sacerdotale fatta di «preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito». Lui, figlio di Dio, è dichiarato sacerdote secondo l’ordine di Melchisedek, il sacerdote di cui si parla al capitolo 14 del libro della Genesi e poi nel Salmo 110, citato nella Lettera. Melchisedek, re di Salem (Gerusalemme), va incontro ad Abramo gli offre pane e vino e lo benedice: «Sia benedetto Abramo dal Dio altissimo, creatore del cielo e della terra». Non era un sacerdote del Dio di Israele, ma riconobbe in Abramo la presenza del Dio altissimo. Con Gesù, sembra dirci l’autore della Lettera agli Ebrei, comincia di nuovo una storia nella quale si possono riconoscere tutti i popoli che si sottometteranno a lui, sacerdote e mediatore della nuova alleanza. Attraverso Gesù ognuno di noi, a qualunque popolo appartenga, può prendere parte al sacrificio di salvezza che Gesù ha offerto sulla croce. Anzi, ognuno di noi, attraverso la propria testimonianza, può aiutare gli altri, anche chi è lontano da Dio, a riconoscere il Dio altissimo, il Padre di Gesù.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 109(110)

R. Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore.

Oracolo del Signore al mio signore:
«Siedi alla mia destra
finché io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi». R.
 
Lo scettro del tuo potere
stende il Signore da Sion:
domina in mezzo ai tuoi nemici. R.
 
A te il principato
nel giorno della tua potenza
tra santi splendori;
dal seno dell'aurora,
come rugiada, io ti ho generato. R.
 
Il Signore ha giurato e non si pente:
«Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchìsedek». R.


Vangelo Mc 2,18-22 | I discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da lui e gli dissero: 'Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?'. Gesù disse loro: 'Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno. Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!