Gesù mediatore di una nuova alleanza
Gesù mediatore di una nuova alleanza
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura Eb 8,6-13 | Ora invece, Gesù ha ottenuto un ministero tanto più eccellente quanto migliore è l'alleanza di cui è mediatore, perché è fondata su migliori promesse. Se la prima alleanza fosse stata perfetta, non ci sarebbe stato bisogno di stabilirne un'altra. Dio infatti, biasimando il suo popolo, dice: "Ecco, vengono giorni, dice il Signore, quando io concluderò un'alleanza nuova con la casa d'Israele e con la casa di Giuda. Non sarà come l'alleanza che feci con i loro padri, nel giorno in cui li presi per mano per farli uscire dalla terra d'Egitto; poiché essi non rimasero fedeli alla mia alleanza, anch'io non ebbi più cura di loro, dice il Signore. E questa è l'alleanza che io stipulerò con la casa d'Israele dopo quei giorni, dice il Signore: porrò le mie leggi nella loro mente e le imprimerò nei loro cuori; sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Nessuno dovrà più insegnare al suo concittadino o al proprio fratello, dicendo: 'Conosci il Signore!', perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande di loro. Perché io perdonerò le loro iniquità e non mi ricorderò più dei loro peccati." Dicendo "alleanza nuova," Dio ha dichiarato antica la prima: e ciò che diventa antico e invecchia è prossimo a scomparire.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Ebrei 8,6-13 | Siamo dentro una nuova alleanza, di cui il Signore Gesù è diventato mediatore. Spesso si parla dell’alleanza nel Nuovo Testamento: Dio offre ai patriarchi e al popolo Israele un patto di amicizia che lo rendeva unico tra tutti i popoli. Questa promessa a Israele e al popolo ebraico non è annullata né revocata, ma rinnovata definitivamente in Gesù e, attraverso di lui, viene estesa a tutti i popoli della terra. Tutti cioè possono ormai accedere a questa relazione particolare di Dio con l’umanità. Nessuno viene più escluso dall’amicizia di Dio. Giovanni Paolo II ad un gruppo di ebrei, riprendendo l’apostolo Paolo, ricordava l’alleanza di Dio con il popolo ebreo «mai revocata». In maniera a noi misteriosa, ma tra Dio e Israele permane un rapporto particolare che non è stato abolito dall’alleanza stabilita in Gesù Cristo con tutta l’umanità. In questo senso dobbiamo leggere il riferimento all’alleanza nuova che si è venuta a compiere nella morte e risurrezione di Gesù. Essa si manifesta in maniera alta ogni volta che si celebra l’Eucaristia. Il sacerdote pronuncia le parole stesse di Gesù: «Questo è il calice del mio sangue per la nuova ed eterna alleanza». È perciò vero quanto scrive la Lettera agli Ebrei. Occorre però leggerlo all’interno della Sacra Scrittura e del magistero della Chiesa, che dopo il Concilio Vaticano II e con i papi successivi, ha riletto in maniera nuova il rapporto ebraico-cristiano. Non viene sminuita la forza e la novità della salvezza operata dalla morte e risurrezione del Signore, ma anch’essa viene iscritta all’interno dell’intera storia della salvezza: dalla creazione sino alla parusia. Accogliamo la novità del rapporto con Gesù come un invito al rinnovamento e alla conversione, non come una condizione esclusiva nella quale siamo stati accolti.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 84(85)

R. Amore e verità si incontreranno.
Oppure:
R. Le vie del Signore sono verità e grazia.

Mostraci, Signore, la tua misericordia
e donaci la tua salvezza.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perchè la sua gloria abiti la nostra terra. R.

Amore e verità si incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo. R.

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino. R.


Vangelo Mc 3,13-19 | Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che volle, ed essi andarono da lui. Costituì Dodici - che chiamò apostoli - affinché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni, fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè "figli del tuono"; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo, e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.