IV di Avvento
IV di Avvento
M Mons. Vincenzo Paglia
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Prima Lettura Mi 5,1-4a | E tu, Betlemme di Èfrata, così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall’antichità, dai giorni più remoti. Perciò Dio li metterà in potere altrui fino a quando partorirà colei che deve partorire; e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli d’Israele. Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore, suo Dio. Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande fino agli estremi confini della terra. Egli stesso sarà la pace! Se Assur entrerà nella nostra terra e metterà il piede nei nostri palazzi, noi schiereremo contro di lui sette pastori e otto capi di uomini.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 79 (80)

R. Signore, fa' splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

Tu, pastore d'Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci. R.
 
Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell'uomo che per te hai reso forte. R.
 
Sia la tua mano sull'uomo della tua destra,
sul figlio dell'uomo che per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome. R.


Seconda Lettura Eb 10,5-10 | Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: ‘Ecco, io vengo - poiché di me sta scritto nel rotolo del libro - per fare, o Dio, la tua volontà’. Dopo aver detto: Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: ‘Ecco, io vengo a fare la tua volontà’. Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.


Vangelo Lc 1,39-45 | In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: ‘Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Mi 5,1-4a; Sal 80 (79); Eb 10,5-10; Lc 1,39-48 | Siamo ormai alla soglia del Natale e la liturgia ci fa ascoltare il Vangelo della visita di Maria a Elisabetta, come a spingere anche noi a uscire da noi stessi e dalle nostre chiusure. Scrive Luca che Maria «si alzò e andò in fretta» in Giudea per recarsi da Elisabetta che era stata anch’essa visitata da Dio. Con gratitudine Elisabetta riconosceva il dono di Dio: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna tra gli uomini». Ma da quel giorno Elisabetta restò chiusa a casa, da sola, per cinque mesi. Aveva bisogno di un incontro per comprendere ancor più quanto le era accaduto. Ed ecco la visita di Maria che, diversamente da Elisabetta, non restò chiusa in casa ma partì. Quell’annuncio non poteva restare nel chiuso della sua stanza, non poteva essere un segreto del suo cuore. Il viaggio non era facile. Ma quella Parola – quella con la quale Dio aveva creato il mondo – la spinse a uscire per incontrare l’anziana cugina. In quell’incontro tra la giovane Maria e l’anziana Elisabetta possiamo scorgere l’immagine di come il Vangelo si comunica, il modo con cui la Chiesa vive la missione del Vangelo. E Maria, con la Parola nel suo grembo, è come la Chiesa chiamata ad alzarsi e ad andare in fretta nelle Galilee di questo mondo per comunicare il Vangelo dell’amore che salva. Oggi quella visita assume un’urgenza nuova. I nostri giorni, infatti, sono sempre più segnati dalla paura dell’incontro, dalla paura di accogliere l’altro, dalla fretta nel creare barriere di difesa, nell’alzare muri di separazione, dall’abitudine alla diffidenza e alla indifferenza. In un mondo come questo è ancor più urgente comunicare il Vangelo della “visita”, particolarmente nell’incontro con i più poveri e con chiunque attende un mondo più giusto. Maria ed Elisabetta, due donne diverse per età e condizione, ci invitano a essere uomini e donne dell’incontro, della visita, dell’accoglienza, del dialogo, del saluto, dell’amicizia, della cortesia. Una visita trasforma sempre chi la fa e chi la riceve. Luca scrive che Elisabetta, al vedere Maria varcare la soglia della sua casa, fu «piena di Spirito Santo» e il bambino al sentire il saluto di Maria sussultò di gioia nel grembo della madre. L’incontro tra quelle due donne inaugura un altro incontro, quello tra Giovanni e Gesù. Papa Francesco parla della forza storica dell’incontro, della sua potenza creativa. È quel che il Vangelo della Visitazione ci mostra. Ecco perché il Vangelo che abbiamo letto spinge a incontrare, a parlare, ad accogliere: così crescono nuove storie di amore e di comunione.