01|10 Guarigioni a Cafarnao
01|10 Guarigioni a Cafarnao
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Mc 1,29-39) - In quel tempo, Gesù uscito dalla sinagoga, si recò subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demoni; ma non permetteva ai demoni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce e, trovatolo, gli dissero: “Tutti ti cercano!”. Egli disse loro: “Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!”. E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demoni.

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

Il Vangelo descrive l’intensa attività di Gesù a Cafarnao nell’arco di due giorni consecutivi. Marco ce lo presenta mentre entra nella casa di Cafarnao. Subito gli presentano l’anziana suocera di Pietro che giace a letto con la febbre. Gesù le si avvicina, la prende per mano e la fa rialzare dal suo giaciglio guarita. L’anziana donna si mette subito a servirli. Non si tratta di magia: Gesù ha preso per mano quell’anziana indebolita e l’ha sollevata, ridandole vigore. È così che si sta accanto agli anziani. La guarigione dell’anziana suocera di Pietro è una lezione da apprendere ancora oggi per le nostre famiglie. L’evangelista passa quindi a descrivere una scena che commuove: davanti alla porta di quella casa si radunano «tutti i malati e gli indemoniati» della città: «Tutta la città era riunita davanti alla porta». È una scena che interroga le nostre comunità cristiane, le nostre chiese e anche i nostri cuori. Non è contro il Vangelo allontanare dalle nostre chiese (e dai nostri cuori) i poveri, gli stranieri, i rom, i tanti profughi e rifugiati respinti alle frontiere dei nostri paesi? Gesù uscì dalla porta di casa e «guarì molti». Marco non scrive che guarì tutti, ma molti, come a sottolineare che resta aperta la ferita dei tanti malati che non riusciamo ad aiutare. Passata la sera e la notte, Gesù si alza al mattino presto e si dirige in un luogo appartato per pregare. Inizia la giornata con la preghiera, in un luogo appartato, intimo, lontano dalla folla e dalla confusione. È nel silenzio che incontra il Padre suo che sta nei cieli. Per Gesù la preghiera non è solo l’inizio temporale della giornata: ne è il fondamento. E quando i discepoli rivolgono la mente e il cuore a Dio, inizia il tempo nuovo annunciato dal Vangelo. Stare davanti al Signore in preghiera, come figli che tutto attendono da lui, significa iniziare un modo nuovo di vivere: fare non la nostra volontà – come in genere ognuno di noi continua a fare – ma quella del Padre. E il Padre vuole che tutti gli uomini siano salvi. Per questo, ai discepoli che volevano trattenerlo nella zona, Gesù risponde che bisogna allargare il cuore sino ai confini della terra.